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Fontana querela Il Fatto e diffida Report per la puntata sulla fornitura di camici della società del cognato

07 Giugno 2020 - 19:00 Redazione
L'inchiesta del programma di Rai3 andrà in onda lunedì: protagonista la fornitura di camici ad Aria Spa, la centrale acquisti della Regione, da parte di un’azienda di proprietà del cognato e della moglie del governatore

«Comprendo che l’esigenza sia far notizia e vendere copie, ciò che non comprendo sono le strumentalizzazioni scandalistiche tese a dare un’immagine distorta della realtà per abietti fini politici». Attilio Fontana mette le mani avanti e si sfoga in un lungo messaggio pubblicato su Facebook. La questione cui si riferisce è quella della fornitura regionale di camici ospedalieri alla Regione da parte di un’azienda di proprietà del cognato e della moglie del presidente durante l’emergenza sanitaria da Coronavirus di cui parlerà domani la trasmissione Report e anticipata da Il Fatto Quotidiano. Fontana scrive che non accetta accuse, «soprattutto verso coloro che nel periodo di guerra al Covid-19 hanno agito con responsabilità e senso civico per il bene comune. Respingo fermamente ogni strumentalizzazione affidando alle autorità competenti la tutela della Regione Lombardia».

Le inchieste di Report e Il Fatto Quotidiano

La vicenda risale allo scorso 16 aprile, quando la centrale acquisti della Regione Lombardia, Aria spa, ha ordinato una fornitura di camici per l’emergenza. Valore della donazione: 513mila euro. «Ogni giorno servivano centinaia di migliaia di mascherine, camici, visiere con urgenze e quantità che superavano di almeno cento volte (in alcuni casi anche migliaia) le ordinarie necessità di approvvigionamento pre Covid», scrive il governatore. La società fornitrice, con sede a Varese, sarebbe riconducibile alla moglie e al cognato dello stesso Fontana. Ma c’è di più: l’appalto, sostiene un’inchiesta condotta dalla trasmissione Report, se lo sarebbero aggiudicato senza gara pubblica.

Viene anche sollevato un possibile conflitto di interessi per il governatore. L’azienda ha replicato che si è trattato di un malinteso e che il denaro è stato interamente restituito. La notizia è stata anticipata in un articolo de Il Fatto Quotidiano di oggi e così Fontana ha annunciato l’intenzione di querelare il giornale. «Fatti volutamente artefatti e scientemente omissivi per raccontare una realtà che semplicemente non esiste», dice il governatore. Ha poi diffidato il programma di Rai3 che nel frattempo ha rilasciato in anteprima uno stralcio del servizio che andrà in onda domani, 8 giugno.

La spiegazione di Fontana

«Durante il periodo di crisi, appurato che da Roma non sarebbero mai arrivati in tempo gli aiuti, Regione Lombardia è stata costretta a incaricare la propria centrale acquisti, Aria Spa, per assicurare l’approvvigionamento di forniture e servizi per fronteggiare l’emergenza», dice Fontana su Facebook. La Regione si è allora incaricata di trovare l’azienda che potesse rifornire il personale medico. E la Dama SpA ha accolto la richiesta.

«La stessa Società si è distinta anche con una donazione di 60 mila euro sul fondo straordinario per l’emergenza istituito da Regione Lombardia, e ha fornito gratuitamente mascherine e camici ad ospedali e amministrazioni comunali. Alla Dama SpA», prosegue il governatore, «una volta ottenute le certificazioni indispensabili per l’utilizzo sanitario, il 16 aprile vengono ordinati 7 mila set sanitari e 75 mila camici a 6 euro».

E ancora: «Le forniture iniziano il giorno dopo e vengono immediatamente distribuite nei reparti ospedalieri per proteggere medici e infermieri. Nell’automatismo della burocrazia, nel rispetto delle norme fiscali e tributarie, l’azienda oggetto del servizio di Report, accompagnava – conclude il governatore – il materiale erogato attraverso regolare fattura stante alla base la volontà di donare il materiale alla Lombardia, tanto che prima del pagamento della fattura, è stata emessa nota di credito bloccando di fatto qualunque incasso».

Le reazioni

In commissione Vigilanza Rai, i parlamentari della Lega – Paolo Tiramani (capogruppo), Massimiliano Capitanio, Dimitri Coin, Igor Iezzi, Giorgio Maria Bergesio, Umberto Fusco e Simona Pergreffi – hanno espresso «totale solidarietà e sostegno al presidente Fontana». In una nota hanno scritto come la decisione del governatore di trascinare in tribunale gli autori dell’ennesimo attacco mediatico nei suoi confronti sia «sacrosanta». «Allo stesso modo ci auguriamo che la Rai non si renda a sua volta megafono dell’ormai evidente disegno politico studiato a tavolino per colpire il governatore della Lombardia e destabilizzare la guida di un’intera regione».

Reazioni di altro tenore anche dalle file dei Cinque Stelle. «Fontana si faccia da parte», scrive Massimo De Rosa, consigliere lombardo. «Adesso abbiamo anche donazioni a pagamento! Una “gara non gara” avvenuta ad insaputa dei protagonisti ma per errore dei collaboratori e quindi, a quanto pare quella che doveva essere una donazione si è trasformata in acquisto per poi ritrasformarsi in donazione, magie che solo i leghisti possono fare nonostante intorno a loro ci fossero migliaia di morti».

Stessa presa di posizione anche da parte del Pd, che, in una nota a firma Fabio Pizzul, capogruppo in Regione Lombardia, scrive: «Il caso scoperto e sollevato da Report merita che sia fatta piena chiarezza, e lo chiediamo al presidente Fontana e all’assessore Caparini. Nel momento in cui tutti i cittadini affrontano un’emergenza sanitaria mai vista prima le istituzioni devono essere senza ombre, completamente trasparenti ed efficienti».

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