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«I leader guidano. I codardi si inginocchiano»: Trump vs Biden (mentre arriva lo strappo dei big repubblicani)

07 Giugno 2020 - 22:15 Redazione
Powell dice di lui che è «un pericolo» e voterà per il dem. Ma anche Bush e Romney avrebbero "abbandonato" l'idea di votare il tycoon a novembre

«I leader guidano. I codardi si inginocchiano». Sono le parole di un tweet di JT Lewis, candidato repubblicano al Senato, che Donald Trump decide di ritwittare. I leader sono quelli come il presidente degli Stati Uniti, naturalmente. Per i «codardi», secondo Trump, citofonare Joe Biden.

Ad accompagnare il post, infatti, due foto, una accanto all’altra: da un lato, per “i leader guidano”, il tycoon mentre a passo sostenuto esce dalla Casa Bianca nella oramai famigerata passeggiata terminata con la foto con la Bibbia. «È una Bibbia quella?». «Sì, è una Bibbia», bofonchiava Trump. Dall’altro Joe Biden con la mascherina e inginocchiato, facendo quindi il gesto divenuto simbolo della protesta di questi giorni per chiedere giustizia per la morte del 46enne afroamericano George Floyd nelle mani della polizia.

Law and Order è lo slogan che Trump vorrebbe trasformare nel Verbo della sua campagna elettorale. Ma il presidente degli Stati Uniti si ritrova oggi a ritirare la Guardia Nazionale (e il Pentagono gli avrebbe negato 10mila soldati): dopo gli scontri dei primi giorni, le manifestazioni di queste ore del movimento Black Lives Matter sono solo ed esclusivamente pacifiche, in tutta America.

Sempre più big repubblicani contro

Nel frattempo il tycoon deve fare i conti con la fronda a lui contraria, sempre più affollata, di big repubblicani. Il 43esimo presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, non voterà per Trump alle prossime elezioni di novembre. E lo stesso farà il senatore ed ex candidato alla Casa Bianca Mitt Romney. L’ex segretario di stato Colin Powell fa di più e arriva a dichiarare che il 3 novembre non solo non voterà Trump, che per lui è «un pericolo», ma voterà invece il suo avversario dem Joe Biden. A pesare è la risposta data da Trump fino a questo momento alla pandemia di Coronavirus ma anche la gestione delle proteste – e degli scontri dei primi giorni – che hanno attraversato il paese all’indomani della morte di Floyd. Secondo il New York Times, gli ex speaker della Camera John Boehner e Paul Ryan non hanno ancora deciso, mentre anche la vedova del senatore John McCain, Cindy, voterà Joe Biden come Powell.

Anche altri protagonisti di spessore del partito repubblicano sarebbero oggi tentati dal votare per l’ex vicepresidente democratico. Ma la crisi tra Trump e (una parte) dei Repubblicani viene da lontano: già nel 2016 aveva contro importanti esponenti del partito.

EPA/Maria Meza | L’ex segretario di Stato USA Colin Powell ad Acapulco, Messico, 24 marzo 2017.

Ma quattro anni fa, dice il NYT, era diverso: in pochi credevano che Trump ce l’avrebbe davvero fatta, e non c’era alcuna agenda repubblicana da salvare. Oggi sul piatto c’è, per il Partito Repubblicano, il rischio di riconsegnare non solo la Casa Bianca ma anche il Senato ai democratici, rinunciando a quelle priorità dell’agenda conservatrice che a suo modo fino a ora Trump ha portato in scena. Che fare dunque, con un presidente Usa viene addirittura definito da Powell – primo capo della diplomazia afroamericano – «un pericolo per il Paese»? «È un truffatore, ci ha trascinato nelle disastrose guerre del Medio Oriente», replica dal canto suo Trump, ovviamente su Twitter, ricordando la tesi delle armi di distruzioni di massa in mano Saddam Hussein rivelatasi poi infondata, ma che intanto ha portato al conflitto con l’Iraq.

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