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Report rivela la chat con Gallera dietro l’appalto per i test sierologici. «Danno erariale»

08 Giugno 2020 - 18:26 Sara Menafra
La procura di Milano ha aperto un fascicolo e convocato l'azienda concorrente esclusa dalla trattativa senza un perché

Oggi il Tar della Lombardia ha annullato l’appalto per i test sierologici sul Coronavirus che l’ospedale San Matteo di Pavia aveva affidato in trattativa diretta, quindi senza gara, all’azienda Diasorin. Il tribunale amministrativo ha usato parole durissime, scrivendo nero su bianco che l’ospedale di Pavia, che si trova in una delle zone più colpite dalla pandemia, ha messo a disposizione di un’azienda privata la propria struttura e la ricerca pagata dallo Stato. La stessa, quella sui test sierologici, che dovrebbe essere fondamentale ora per procedere allo screening più ampio possibile nella popolazione, lombarda e non solo.

La puntata di Report, la trasmissione di giornalismo investigativo condotta da Sigfrido Ranucci e in onda questa sera su Rai Tre alle 21, spiega però un particolare importante. Quando la Regione Lombardia ha deciso di non fare alcuna gara, sapeva benissimo che c’era sul mercato un concorrente che avrebbe potuto presentare un’offerta. Anzi, sapeva che c’era il rischio che quella offerta fosse migliore di quella di Diasorin. E l’assessore alla Sanità lombarda,  Giulio Gallera, lo sapeva perché ha ricevuto più messaggi, senza mai rispondere, e ha infine telefonato dicendo che non era interessato.

I messaggini

Come spiega l’inviato di Report, Emanuele Bellano, mentre Diasorin incassa 2 milioni di euro per aver venduto alla Regione 500mila test, nei messaggi, l’ad di Technogenetics Salvatore Ceccotti propone a Gallera che, se sarà la sua azienda a produrre il test, regalerà alla Regione i primi 20mila test. Ceccotti, il 21 marzo, scrive «Abbiamo pensato di donare 20mila test che potreste dare al personale medico e agli ausiliari del sistema sanitario». Due giorni dopo, scrive ancora che «destinerà i test rapidi ad altre istituzioni». A quel punto, ma di quella conversazione non c’è registrazione, Gallera chiama per dire che non è interessato all’accordo e di lì a poco viene siglato l’accordo con Diasorin.

L’inchiesta della procura

La vicenda è talmente sospetta che la procura di Milano, dopo la decisione del Tar di oggi 8 giugno di annullare la gara, ha deciso di aprire un fascicolo. In serata convocherà Ceccotti per capire la vicenda dal punto di vista della concorrenza, ma la polemica è già rovente. Del resto, le parole della sentenza del Tar lombardo sono a dir poco esplicite. La Fondazione San Matteo di Pavia «ha attribuito direttamente a Diasorin una particolare utilità, di rilevanza economica, che si traduce in un’occasione di guadagno», si legge.

E ancora: «Ha potuto contare su mezzi, strutture, laboratori, professionalità e tecnologie messe a sua esclusiva disposizione dall’ospedale di Pavia». Non è la prima volta che la Regione Lombardia si trova a rispondere ad accuse che riguardano gare e affidamenti, pochi giorni fa sempre Report ha sollevato il caso di una donazione di camici ospedalieri fatta da un’azienda in cui la moglie di Attilio Fontana è socia di minoranza.

La replica

In serata, dopo la pubblicazione dell’articolo di Open, Gallera ha precisato: «Nessuna “chat segreta” con la TechnoGenetics sui test sierologici. In data 22 e 23 marzo 2020 il CEO di Technogenetics Salvatore Cincotti ha mandato due mail ufficiali al mio indirizzo email istituzionale, replicate anche sulla chat di WhatsApp del mio telefono di servizio proponendo la donazione di 20 mila kit di un “test rapido” per la “verifica veloce” del contagio da Coronavirus. In data 23 marzo ho quindi ritenuto di telefonare personalmente il dott. Cincotti per spiegargli che non rientrava nella politica di Regione Lombardia l’utilizzo di test rapidi, in conformità con le indicazioni del Ministero della Salute. Cincotti mi ha dato ragione, ammettendo che c’è un problema di falsi positivi. Il mio atteggiamento è sempre stato chiaro, trasparente e rispettoso delle istituzioni».

Resta da spiegare come mai la Regione Lombardia non abbia messo a gara la commessa per i test sierologici, tenendo conto di questa come di altre offerte. Secondo il Tar della Lombardia, la Regione ha così «attribuito direttamente a Diasorin una particolare utilità, di rilevanza economica, che si traduce in un’occasione di guadagno», violando il principio di concorrenza.

In evidenza un estratto della trasmissione Report in onda stasera su www.raiplay.it

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