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Scuola, 17 mila studenti non faranno la maturità: il caso dei privatisti rimandati a settembre

08 Giugno 2020 - 18:40 Redazione
La normativa prevede un pre-esame ad hoc che non potrà essere svolto a causa della chiusura delle scuole

Risolti i dubbi sull’esame di Stato per la maggior parte degli studenti italiani – una prova orale in presenza, mantenendo il distanziamento sociale dalla commissione esaminatrice – restano esclusi dalla maturità ragazzi e adulti che hanno scelto di concludere il loro percorso di scuola secondaria di secondo grado da privatisti. Sono circa 17mila, giovani o adulti che hanno scelto di prepararsi da soli, a casa o negli istituti privati per recuperare gli anni persi. La prima finestra utile per loro dovrebbe essere nel mese di settembre.

Il motivo del ritardo

La causa del posticipo di queste 17mila maturità risiede nella particolare procedura di ammissione all’esame di Stato. Chi si prepara da privatista deve infatti sostenere una prova preliminare per verificare che la preparazione sia in linea con quella degli studenti di quinto anno delle scuole italiane. Prova che deve essere svolta in presenza e che, con le scuole chiuse a causa dell’emergenza Coronavirus, non si è potuta svolgere.

Il recupero dell’esame preliminare

Nel decreto Scuola è previsto il recupero della prova per i privatisti a partire dal 10 luglio, in presenza nelle scuole, che si apprestano ad accogliere piccoli gruppi di maturandi. Tre settimane dopo l’inizio della maturità degli altri studenti italiani, fissata per il 17 giugno. Per questo motivo i privatisti non potranno accedere alla sessione regolare dell’esame di Stato e si prevede che faranno la maturità nella sessione straordinaria di settembre, la quale si tiene ogni anno per quegli studenti che hanno avuto impedimenti per motivi gravi, generalmente di salute.

Test di ingresso all’università

Posticipare a settembre la maturità di 17mila persone costituisce un problema per quegli studenti che, contestualmente, dovranno svolgere test di ingresso nelle università italiane. Il decreto legge prevede che i privatisti possano parteciparvi con riserva. Stessa deroga vale anche per i concorsi pubblici. Si tratta, tuttavia, di una condizione di svantaggio, in quanto per loro si accavallerà lo studio e lo svolgimento di due prove nello stesso mese.

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