Egitto, Di Maio chiarisce sulla vendita di navi da guerra italiane: «Ancora da autorizzare»
Roma e il Cairo, domenica 7 giugno, hanno stretto un accordo per la compravendita di due fregate Fremm. Sono le navi da guerra più moderne della flotta italiana e il governo, a seguito di un colloquio telefonico tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il leader egiziano Abdel Fatah Al Sisi, aveva dato il benestare alla trattativa. Tutto ciò mentre resta aperto il dossier sul caso Giulio Regeni e lo studente dell’università di Bologna Patrick Zaki è ancora rinchiuso nelle carceri egiziane.
La questione ha sollevato non poche polemiche e la stessa maggioranza si è scomposta sulla decisione dell’esecutivo di esportare mezzi da guerra in un Paese che ha più volte dimostrato di non rispettare i diritti umani. Oggi, 10 giugno, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha paventato l’ipotesi che la trattativa possa non andare a buon fine: «Il rilascio delle autorizzazioni è subordinato all’applicazione rigorosa – dei criteri di legge, ndr. -. Oltre al vaglio di natura tecnico-giuridica il governo ha ovviamente ritenuto di svolgere una valutazione politica».
June 10, 2020
Parlando alla Camera, Di Maio ha sottolineato, però, che «l’Egitto resta uno degli interlocutori fondamentali nel quadrante Mediterraneo, nell’ambito di importanti dossier, come il conflitto in Libia, la lotta al terrorismo e ai traffici illeciti, nonché la gestione dei flussi migratori e la cooperazione in campo energetico». Insomma, la trattativa sarebbe «ancora in corso», nonostante nel Partito democratico ribadisca in modo netto il malcontento per la vendita dei mezzi militari.
«Leggo che il Pd sarebbe favorevole alla cessione delle fregate militari all’Egitto. Posizione che non abbiamo mai discusso da nessuna parte. E che è sbagliatissima. Spero che Nicola Zingaretti intervenga e corregga», ha scritto su twitter Matteo Orfini, deputato del Pd e già presidente e segretario del partito.
Ad ogni modo, rispondendo all’interrogazione alla Camera, Di Maio ha voluto precisare che «resta ferma la nostra incessante richiesta di progressi significativi nelle indagini sul caso del barbaro omicidio di Giulio Regeni. Il governo e le istituzioni italiane continuano ad esigere la verità dalle autorità egiziane attraverso una reale, fattiva ed efficace cooperazione».
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