Il travel blogger sale in cattedra (allo Iulm): «Così viaggeremo dopo il Covid» – L’intervista
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Viaggiare non sarà più come prima. Lo sa bene Fabio Liggeri, 35 anni, siciliano, chiamato dall’Università Iulm di Milano a insegnare il lavoro del travel blogger, per molti ancora oggi considerato un hobby. Lui che è stato in ogni parte del mondo, che ha trasformato una passione in un lavoro e che, però, dal mese di marzo è stato costretto a rimanere a casa per l’emergenza sanitaria del Coronavirus. Sette viaggi annullati (Norvegia, Cappadocia, Stati Uniti, due viaggi in Giappone, uno in Amazzonia e l’altro nel Brasile del nord-est), gravi problemi per rientrare in Italia dall’Islanda, Paese in cui si trovava nel momento in cui è stato dichiarato il lockdown. Un paio di voli annullati, poi il rimpatrio con un aereo Alitalia. Fabio è anche la guida, o meglio dire l’unico cicerone, dei suoi viaggi di gruppo, quelli a cui non rinuncerebbe mai al mondo. E le foto delle aurore boreali in Islanda ci fanno capire il perché.
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Viaggiare nell’era post-Covid
Fabio, però, non si scoraggia. Anzi. «Significa che nel mio zainetto aggiungerò le mascherine, oltre al taccuino e alla mia macchina fotografica, si intende. Ma sai qual è la cosa che ho riscontrato? Nonostante il virus, tutti hanno voglia di viaggiare, più di prima. Vogliono lasciarsi alle spalle questo brutto periodo ed evadere dopo la quarantena». Ed è già pronto a fare le valigie per fine agosto «quando volerà in Islanda (anche se al momento c’è l’obbligo del tampone all’arrivo), a seguire la Norvegia (in queste settimane off limits per i turisti). A ottobre, invece, dovrei andare in Perù ma, come sapete, la situazione in Sud America è davvero drammatica. A novembre sarà la volta del Messico per il Día de los Muertos, una grande festa nel giorno dei morti. A fine novembre, invece, andrò in Giappone senza dimenticare gennaio 2021 in Amazzonia».
L’Amazzonia
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Ed è quando parliamo dell’Amazzonia che Fabio cambia tono. Con il cuore in mano ci spiega: «Sono stato in una riserva, gestita da una biologa italiana, difficile da raggiungere: pensate che bisogna impiegare due giorni in barca. In questi giorni mi hanno riferito che lì si sta consumando una vera e propria tragedia umana. Ogni giorno muoiono centinaia di persone, mancano le strutture sanitarie adeguate e adesso non hanno nemmeno più il sostentamento economico derivato dal turismo sostenibile».
Il travel blogger – che è un grande promotore di viaggi sostenibili, sempre attenti all’ambiente e al rispetto degli usi e dei costumi delle popolazioni locali – sente di avere una responsabilità immensa: «Un viaggio come rinascita: l’80% di chi parte lo fa da solo magari perché non sa con chi partire. Così si formano i gruppi, nascono amori e grandi amicizie».
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«Il mio lavoro non è riconosciuto»
Ma lui, che ha un sito, una pagina Instagram e un’applicazione dedicata, ha deciso di mettere le radici in Sicilia «(non vedo altre parti in cui vivere»), lavora tutto il giorno e ha «una partita iva per attività informatica» perché, in Italia, il suo lavoro «non è ancora riconosciuto». «Non c’è un inquadramento specifico, andrebbe regolamentato – ci spiega – Per molti non è ancora considerato un lavoro vero e proprio nonostante richieda impegno e costanza. Si può vivere facendo il travel blogger? Certo, ma solo con i grandi numeri, sono sincero. Non dall’oggi al domani. Io ad esempio mi sostengo grazie ai viaggi di gruppo e alle collaborazioni con gli enti del turismo. E pensare che fino a 28 anni non ero mai uscito dall’Italia… Poi la svolta con il viaggio in Australia che mi ha aperto un mondo. Così ho creato il blog “Viaggio ergo sum” e ora eccomi qui».
«Riscopriamo l’Italia»
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«Ai miei allievi insegnerò che non ci si improvvisa, bisogna avere competenze, da quelle Seo alle nozioni di marketing, dalla gestione di siti internet al video-making. Un lavoro impegnativo – ci spiega -. Mi fermerò nel mese di marzo per andare a caccia delle aurore boreali, come faccio a rinunciare a un viaggio così?».
Nonostante tutto, il suo cuore rimane in Italia, nella sua Ragalna, ai piedi dell’Etna, in Sicilia: «Andrò in giro per l’Italia dalle Marche alla Toscana. Dobbiamo riscoprire le bellezze del nostro meraviglioso Paese».
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