Coronavirus, monitoraggio post aperture: «Nuovi casi in quasi tutta la penisola»
In «quasi tutta la penisola sono stati diagnosticati nuovi casi di infezione nella settimana di monitoraggio». Questo significa, senza mezzi termini, che l’epidemia di Coronavirus in Italia «non è ancora conclusa». A metterlo nero su bianco è il monitoraggio del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità che riporta i dati dall’1 al 7 giugno 2020. Molti dei casi registrati in questa settimana – spiegano – verosimilmente «hanno contratto l’infezione 2-3 settimane prima, ovvero tra la prima e la seconda fase di riapertura (tra l’11 e il 25 maggio)».
Non bisogna abbassare la guardia
Nonostante tutto, «complessivamente il quadro generale dell’impatto dell’infezione in Italia rimane a bassa criticità». Persistono, però, «in alcune realtà regionali un numero di nuovi casi segnalati ogni settimana elevati seppur in diminuzione» e, dunque, «in alcune parti del Paese la circolazione del virus è ancora rilevante». Questo dato «deve invitare alla cautela». «È essenziale – si sottolinea – mantenere elevata l’attenzione e continuare a rafforzare le attività di testing-tracing-tracking in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l’epidemia».
È anche «fondamentale mantenere elevata la consapevolezza della popolazione generale sulla fluidità della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico».
«Non si possono escludere altri focolai»
Per Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, la situazione epidemiologica in Italia «continua a migliorare e l’incidenza di Covid-19 è in diminuzione pressoché in tutte le regioni». L’indice di trasmissibilità Rt «è al di sotto di 1 in tutte le aree del Paese. Naturalmente il virus continua a circolare anche se a bassa intensità, per cui non si può escludere l’occorrenza di possibili focolai».
Le autorità, a questo punto, «devono intervenire prontamente per contenere questi focolai e soprattutto è bene che si mantengano comportamenti adeguati di distanziamento sociale per ridurre al minimo la velocità di circolazione».
Foto in copertina di repertorio: Maurizio Brambatti per Epa | Ansa
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