Breonna Taylor, il verbale della polizia (che l’ha uccisa) è vuoto – Il documento
La scorsa settimana Breonna Taylor avrebbe compiuto 27 anni. Lavorava come tecnica, al fianco di medici e infermieri nella città di Louisville, nel Kentucky (USA). È lì che ha perso la vita il 13 marzo 2020, quando tre membri delle forze dell’ordine hanno fatto irruzione nella sua abitazione e, sparando all’impazzata, l’hanno colpita 8 volte. I tre agenti coinvolti sono stati messi in congedo amministrativo e dal 21 maggio l’Fbi ha aperto un’inchiesta. Eppure nel verbale dell’incidente rilasciato solo oggi dalla polizia di Louisville e pubblicato dal Louisville Courrier Journal, oltre al nome e l’età della ragazza, c’è scritto ben poco.
Le scuse della polizia e la “legge di Breonna”
Nel documento si leggono i nomi dei tre agenti che hanno sparato a Taylor: Jon Mattingly, 47 anni; Myles Cosgrove, 42; e Brett Hankison, 44 anni. Presenti anche l’indirizzo della ragazza, i suoi dati anagrafici, la data e luogo della morte. Ma sul documento non c’è neppure un solo riferimento alle lesioni sostenute dalla ragazza o alla dinamica della sparatoria.
Un fatto che solleva seri interrogativi rispetto al comportamento della polizia e la trasparenza dell’inchiesta nei confronti dei tre agenti, e che rischia di diventare esplosivo nei giorni delle proteste per l’uccisione di George Floyd. Giorni in cui anche Breonna Taylor viene citata dai manifestanti che protestano a nome degli afroamericani, troppo spesso oggetto di aggressioni e comportamenti illeciti da parte delle forze dell’ordine.
Intuendo la gravità del caso, il dipartimento di polizia della città si è affrettato a riconoscere gli errori contenuti nel rapporto, spiegando che si era trattato di un problema tecnico e scusandosi per quanto accaduto. Il sindaco della città, Greg Fischer, ha definito quanto accaduto «inaccettabile». «Sono problemi come questi – ha detto – che erodono la fiducia del pubblico nella capacità della polizia di svolgere il proprio lavoro, ed è per questo che ho ordinato una revisione del dipartimento».
Bre, this is for you! 🙏🏾 #BreonnasLaw not only BANS no-knock warrants in Louisville, but also requires the use of body cameras by anyone executing a search warrant. Thank you all for your support in advocating for justice!! Let this be part of #BreonnaTaylor’s legacy. #SayHerName pic.twitter.com/yBozQ6QJBM
— Ben Crump (@AttorneyCrump) June 12, 2020
Nel frattempo il consiglio comunale del Kentucky ha votato per vietare i cosiddetti “no-knock-warrants”, ovvero i mandati della polizia che permettono agli agenti di fare irruzione in un’abitazione senza bussare. Secondo un vicino di Taylor sarebbe accaduto esattamente questo la sera del 13 marzo, quando i poliziotti sono entrati nella sua casa, dove viveva con il suo compagno durante un’operazione contro il narcotraffico. I poliziotti hanno sostenuto di aver comunque bussato e annunciato il loro arrivo, citando a loro sostegno anche il fatto che il compagno di Taylor fosse stato il primo ad aprire fuoco.
All’interno della casa non era stato trovato alcun stupefacente. L’ordinanza approvata dal Consiglio sarà chiamata simbolicamente la “Legge di Breonna”, in onore della donna uccisa. Facendo eco a Philonise Floyd, che durante il funerale ha dichiarato che il fratello George non è morto in vano, la madre della ragazza, Tamika Palmer, ha dato la sua benedizione alla legge. «Tutto ciò Breonna voleva fare era salvare vite umane, quindi con questa legge continuerà a farlo», ha dichiarato. «Sarebbe molto felice».
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