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Milano, imbrattata la statua dedicata a Indro Montanelli: vernice rossa e insulti

13 Giugno 2020 - 22:14 Chiara Piselli
Le polemiche legate alla statua del giornalista sono tornate attuali dopo l’ondata di proteste collegate al rifiuto dei simboli razzisti, nata dopo l'uccisione di George Floyd

«Razzista, stupratore». Questa la scritta tracciata con della vernice a spray nera sulla base della statua dedicata al giornalista Indro Montanelli, nei giardini omonimi nel centro di Milano. Oltre all’offesa, la statua in bronzo è stata imbrattata con della vernice rossa liquida, colata sul volto, sul soprabito e sulla Olivetti Lettera 22 del giornalista. Il monumento inaugurato nel 2006 è al centro di grosse polemiche negli ultimi giorni per il caso legato all’unione con una bambina africana di 12 anni – «regolarmente sposata, in quanto regolarmente comprata dal padre», come raccontato dallo stesso giornalista. Polemiche tornate attuali dopo l’ondata di proteste nate con l’uccisione dell’afroamericano George Floyd e sfociate in un più generale rifiuto dei simboli collegati al razzismo, come le statue di personaggi accusati di essere «schiavisti» o «razzisti».

Non è la prima volta che la statua viene presa di mira e vandalizzata per le stesse ragioni oggi di nuovo oggetto di dibattito pubblico. Hanno fatto il giro della rete lo scorso anno le immagini di Montanelli ricoperto di vernice rosa dopo un attacco del collettivo “Non una di meno” che rivendicò: «Non un atto di vandalismo, ma una doverosa azione di riscatto». E l’anno precedente comparve un telo bianco con la scritta «Violentasi» davanti alla statua, opera del movimento per i diritti della comunità Lgbtq+ “Le Indecorose” che chiesero la rimozione del nome di Montanelli dal parco in quanto «fascista, revisionista, conservatore e colonialista».

Milano, 08 marzo 2019 | ANSA/FLAVIO LO SCALZO

Stessa cosa chiedono in questi giorni “I sentinelli di Milano”, come raccontato a Open: «Abbiamo chiesto di rimuovere la statua di Montanelli perché si tratta di un uomo che ha sposato – e poi abusato – di una bimba di 12 anni. E non si è mai scusato per quanto accaduto. Non ha mai nascosto quello che ha combinato, l’ha pure rivendicato. Un razzista che ha chiamato “bestiolina” una bambina e che ha mostrato poco rispetto nei confronti delle donne e, più in generale, dei minori».

ANSA/STRINGER

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