Dal sito sul Coronavirus a quello sulle proteste per Floyd: il nuovo progetto del 17enne Avi Schiffmann che rifiutò 8 milioni di dollari per la sua idea
«Probabilmente non andrò al college. Devo lavorare a cose più interessanti». Tanto brillante quanto schietto, il 17enne di Washington, Avi Schiffmann, è diventato famoso per aver rifiutato un’offerta da 8 milioni di dollari per il suo sito, Ncov2019.live, pensato per tenere traccia di tutti gli aggiornamenti in merito alla pandemia da Coronavirus nel mondo. Ora, Schiffmann torna a far parlare di sé per 2020protests.com, il web site di tracking incentrato sulle proteste del movimento Black Live Matters negli Usa per George Floyd.
Proprio come il primo, il nuovo sito di Schiffmann ha uno scopo preciso: aiutare i cittadini a trovare le proteste locali per poterne prendere parte. Ma da dove è venuta l’idea – così apparentemente semplice ma così cruciale – che gli è valsa il riconoscimento di Webby Person of the Year e i complimenti di Anthony Fauci? «A gennaio stavo cercando una piattaforma che illustrasse la situazione Coronavirus in Cina in maniera chiara», ha detto in un’intervista al Mit Technology Review. «Ma non ne ho trovata nessuna».
Così ha chiesto aiuto a un po’ di compagni e a qualche esperto in materia e ha costruito la piattaforma da zero. E poi la natura ha fatto il suo corso: l’epidemia cinese è diventata una pandemia mondiale, portando in alto sia le cifre delle statistiche sia quelle relative alle visualizzazioni del sito. Dal giorno in cui è stato registrato il primo caso di Covid-19 negli Usa, le visite sono schizzate. Ncov2019 è usato sia dai cittadini comuni che dagli epidemiologi, che se ne servono per rimanere aggiornati sui numeri.
Qualche dritta ai più giovani che cercano di trovare la loro strada senza avere troppi soldi in tasca da spendere in corsi privati? Semplice: «Se lo vuoi, online puoi imparare di tutto. Cercavo la risposta a ogni domanda online o sulle chatroom con gli sviluppatori. Spesso non aspettano altro che aiutarti e, spesso, qualcun altro ha già fatto la tua stessa domanda».
«Io non ero un grande studente, anzi ero davvero pessimo», racconta ancora. «Ma ero – e sono – appassionato del mio sito e di quello a cui lavoro. Non ho venduto la proprietà perché voglio continuare ad avere il controllo sul mio progetto e a fare cose importanti per le persone».
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