Soldi venezuelani al M5S parla il console in Italia: «La valigetta con i 3,5 milioni non è mai esistita. Ma con i Cinquestelle c’è simpatia» – Esclusivo
Gianroberto Casaleggio, «il promotore di un movimento di sinistra rivoluzionario e anticapitalista», non avrebbe mai ricevuto 3,5 milioni di euro in contanti da parte del Venezuela. Il documento dell’intelligence che cita Nicolás Maduro, all’epoca cancelliere del Paese sudamericano, come garante del finanziamento al Movimento 5 stelle «è falso». A dichiararlo a Open, la persona che avrebbe fatto da intermediario di quella trattativa, il Console generale del Venezuela a Milano, Gian Carlo Di Martino, in carica a tutt’oggi.
Console, nella rivelazione del giornale Abc si fa il suo nome in quanto intermediario tra i due Paesi. Ha consegnato lei la valigetta con 3,5 milioni di euro in contanti a Gianroberto Casaleggio?
«Smentisco tutto, ogni virgola dell’articolo comparso su Abc. Mai e poi mai noi diplomatici ci prestiamo a operazioni di questo tipo. Non solo, anche la politica estera venezuelana non funziona così: figuriamoci se Hugo Chávez avrebbe permesso il finanziamento occulto di un partito estero».
È vero che uno dei funzionari del Consolato avrebbe trovato nel vostro palazzo qui a Milano la valigetta con i soldi?
«Ribadisco, assolutamente no. È falso il documento e l’articolo che lo riprende. Ci sono anche delle incongruenze temporali che rendono impossibile la ricostruzione fatta dal giornale spagnolo».
Quali incongruenze? Il movimento era nato nel 2009 e il documento che chiede di non indagare su quella valigetta è stato firmato il 5 luglio 2010.
«Ipotizzano che sia stato io l’intermediario dell’operazione, ma ero arrivato in Italia a marzo 2010, solo tre mesi prima del fantomatico documento dell’intelligence. Non avevamo nessun rapporto con il Movimento 5 stelle all’epoca, una realtà ancora embrionale i cui intenti politici non erano ancora ben definiti».
Ha detto «non avevamo nessun rapporto», quindi oggi lo avete stretto?
«Oggi conosco persone dei 5 stelle. Il movimento ha preso una posizione intelligente, razionale sulla situazione del Venezuela: bisogna rispettare la sovranità. Abbiamo apprezzato il blocco che hanno fatto con gli Stati Uniti, e ringraziamo anche il presidente Mattarella per aver ribadito che la sovranità del Venezuela è dei cittadini. Ciò detto, il Venezuela non finanzia partiti esteri od organizzazioni politiche, non rientra nelle specifiche della nostra politica estera».
Qual è allora il vostro approccio alla politica estera?
«Principalmente scambi commerciali. Ad esempio, risalendo al periodo storico di questa fake news, la nostra politica estera era quasi esclusivamente di tipo economico. Avevamo adottato un piano di sviluppo bilaterale 2007-2013 con Iran, Iraq, Russia e Cina. In Europa, come unico interlocutore, avevamo la Grecia. L’unico favore ricevuto dall’Italia riguardò la presentazione di un film alla mostra del cinema di Venezia: il governo Berlusconi garantì la sicurezza del presidente Chavez. Fine».
Lei afferma che si tratta di una notizia falsa. Quale sarebbe il suo intento?
«Penso che non si tratti di far male al Venezuela, quanto di affossare il Movimento 5 stelle. Stanno attaccando un’organizzazione che, nella mia visione personale, ha fatto benissimo: per esempio sono stati loro a portare i medici cubani in Italia per l’emergenza coronavirus. Forse qualcuno sta attaccando i 5 stelle perché teme che si vada presto ad elezioni».
Da come ne parla, sembra che ci siano molte affinità tra Venezuela e 5 stelle.
«Sì, oggi esiste qualche simpatia ed è dovuta al loro modo di parlare del Venezuela. Ma la simpatia è la stessa che abbiamo nei confronti di Sergio Mattarella: è stato il primo presidente in Europa che ha detto qualcosa per difendere il nostro governo e la sovranità del popolo venezuelano. Non credo, però, in un’affinità politica. Che i 5 stelle possano arrivare dove siamo arrivati noi a fare una costituente, a cambiare le leggi, a strutturare una società più umanista e differente dal punto di vista economico, non credo che sia possibile».
Lei crede che sia stata l’opposizione a Maduro a far trapelare il documento o a inventarlo, come afferma, di sana pianta?
«Evidentemente è un documento falso, e credo che dietro l’operazione si nasconda l’opposizione venezuelana a Madrid: nella capitale spagnola si sono rifugiati i seguaci di Juan Guaidò, Antonio Ledesma e i più radicali oppositori di Maduro. A Madrid c’è la cupola dell’ultradestra fascista venezuelana e credo che il documento sia stato prodotto proprio lì».
La citano come intermediario, querelerà il giornale?
«Il mio capo è il ministro degli Affari esteri, sarà lui a decidere se querelare o meno. A livello personale, non ho nulla da nascondere e nulla da mostrare. Sono curioso di capire se i 5 stelle faranno causa: dal mio punto di vista, dovrebbero».
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