Sondaggio, l’immigrazione preoccupa molto meno della crisi: così il Coronavirus ha cambiato le paure degli italiani
Non si parla più di immigrazione. O meglio, sembrano essere lontani i tempi in cui gli italiani si accanivano contro gli uomini, le donne e i bambini che fuggivano da guerre e fame, come se il problema improvvisamente fosse stato risolto. Complice l’emergenza sanitaria del Coronavirus, complice un periodo meno “urlato”, con meno slogan politici contro gli immigrati. E, infatti, oggi gli italiani che vedono gli stranieri come un pericolo, secondo l’ultimo sondaggio di Demos, sono circa un terzo, come scrive Repubblica. Meno di due anni fa, quindi tra l’inverno del 2017 e la primavera del 2018, erano il 41%. Ma lì – è doveroso ricordarlo – eravamo in campagna elettorale, prima del voto politico del 2018.
Quanti sono gli immigrati in Italia
In Italia gli immigrati costituiscono l’8% del totale, secondo Eurostat, anche se, per Nando Pagnoncelli nel saggio “La penisola che non c’è”, in molti continuano a pensare che siano oltre il 30%. Un problema che non esiste, insomma, e che spesso rischia di essere fomentato da quella parte di politica in cerca di consensi. C’è chi crede che i musulmani siano il 20% quando, invece, costituiscono appena il 5%.
L’’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, realizzato da Demos e Fondazione Unipolis, che ha condotto sondaggi nel 2020 in sei paesi europei con oltre 6.000 interviste, ha scoperto che a gennaio – quando ancora il Coronavirus non aveva messo in ginocchio il nostro Paese – l’immigrazione costituiva il problema prioritario solo per il 9% degli italiani. Le preoccupazioni degli italiani erano (e sono) tutte incentrate su altri temi: economia, lavoro ma anche corruzione politica e criminalità.
Il nemico numero uno è il Coronavirus
Adesso, dunque, far leva sulle paura degli italiani nei confronti dello straniero forse rischia di non funzionare più. I problemi sono altri: il nemico numero uno si chiama Coronavirus. Una malattia che non viene dall’Africa ma dalla Cina, Paese guardato con grande rispetto e forse con un po’ di timore. Non siamo più noi a chiudere le frontiere ma gli altri Paesi, intimoriti dagli “untori” italiani.
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