Conte sotto pressione sul caso Regeni, domani in Commissione. I sindacati sulle navi all’Egitto: «Stop per noi sarebbe lavoro perso»
Adesso nella vicenda della vendita delle fregate Fremm all’Egitto del generale Abdel Fattah al-Sisi, il governo dovrà fare i conti non soltanto con l’opposizione di una parte del Partito democratico, ma anche con il parere dei sindacati dello stabilimento Fincantieri di Riva Trigoso (Genova), dove le navi vengono costruite. Se il segretario dem Nicola Zingaretti crede che qualsiasi negoziato o passo avanti nei rapporti bilaterali con il Paese in cui Giulio Regeni è stato torturato e ucciso nel 2016 non può avvenire senza una certezza di un processo per le persone coinvolte – come ha scritto in una lettera oggi a La Repubblica – i sindacati, di fronte al costo economico di un mancato accordo, spingono affinché le due questioni vengano tenute separate.
Non soltanto le fregate: in tutto sono 10 miliardi
Da un lato la verità per Regeni, dall’altra invece i rapporti commerciali con l’Egitto. Per tutelare investimenti e lavoro. Per questo i sindacati salutano con «grande soddisfazione» l’intesa «che sembra delinearsi tra il governo italiano e quello egiziano». Tenendo conto del fatto che non si tratta “soltanto” della vendita di due fregate per 1,2 miliardi di euro, ma di un affare complessivo per circa 10 miliardi, «in quanto oltre alle 2 navi in prospettiva si parla di fornire all’Egitto altre fregate e una classe di pattugliatori, oltre a velivoli da combattimento e addestramento diventando il principale fornitore dei processi di ammodernamento delle forze egiziane».
«Ovviamente il nostro pensiero va anche alla vicenda Regeni – continua la nota a nome di Rsu, Fim Fiom e Uilm dello stabilimento genovese.- per la quale sollecitiamo il Governo a intervenire rapidamente utilizzando tutti gli strumenti perché si faccia piena luce su una vicenda che dura ormai da molti anni». La decisione ultima per la vendita delle fregate spetta alla commissione Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) che fa capo alla Farnesina presieduta da Luigi di Maio.
Domani l’audizione di Conte. Previsto per il primo luglio l’incontro tra magistrati
Nel frattempo, ci sono stati passai avanti nell’ambito giudiziario: il primo luglio si terrà un incontro, probabilmente in video conferenza, tra i magistrati della Procura di Roma e i colleghi della Procura generale de Il Cairo per fare luce sulla morte di Giulio Regeni. Domani, invece, come chiesto da Zingaretti, Giuseppe Conte sarà sentito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni a partire dalle 22. «Ringrazio il Presidente del consiglio per la risposta immediata in un momento così delicato» , commenta il presidente della commissione d’inchiesta Erasmo Palazzotto. Vedremo se anche i sindacati potranno dire altrettanto.
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