Informativa di Conte in Parlamento: «In Europa no compromessi al ribasso». Le opposizioni lasciano la Camera. Renzi: «Sì al Mes»
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto un’informativa alla Camera dei deputati in vista della videoconferenza dei membri del Consiglio europeo di venerdì 19. Il premier ha sottolineato di non volere «compromessi al ribasso» e ha annunciato che il Recovery Plan italiano verdrà la luce a settembre. La seduta è stata disertata da FdI e, successivamente, anche dalla Lega i cui deputati hanno lasciato l’Aula in segno di protesta. Forza Italia e Noi con l’Italia hanno partecipato. Dalle 11:30 poi il premier ha riferito in Senato.
Il discorso di Conte alla Camera
«Non possiamo permetterci di riprodurre la liturgia delle decisioni dei Consigli europei che, sulle questioni in particolare di bilancio necessitano di lunghi negoziati che sfociano, quasi sempre, in compromessi al ribasso.
Non lo meritano le decine di migliaia di vittime del Covid-19. Non lo meritano le famiglie, i giovani, le imprese, i cittadini che ne stanno affrontando le conseguenze sociali ed economiche», ha detto Conte a Montecitorio.
«Abbiamo in questi mesi lavorato per far maturare la comprensione che l’unica risposta possibile ed efficace, ai danni prodotti dal Coronavirus, è una risposta europea ambiziosa, effettivamente in grado di dare una forte scossa alle economie del Continente strettamente interdipendenti tra loro».
Al momento, ha proseguito, «manca la proposta formale di un quadro finanziario pluriennale dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel. L’incontro avrà una natura solo consultiva, per fare emergere convergenze e dissensi. Prima di un accordo definitivo sarò in Parlamento per chiedere il vostro voto a supporto di una risoluzione che indichi la posizione che l’Italia terrà in Europa, alla luce anche della proposta formale di un nuovo quadro finanziario pluriennale».
«Dobbiamo far ripartire l’economia italiana su nuove basi per un progetto di riforme ambizioso per dare un futuro migliore al Paese. Il governo è coeso, ci spinge la fiducia», ha sottolineato il presidente del Consiglio.
Il Recovery Plan italiano
Sul Recovery Plan italiano Conte ha fissato un orizzonte temporale: «Anche se non rientra nel perimetro di questa informativa confermo che il governo vuol farsi trovare pronto» all’utilizzo delle risorse europee «e già in questi giorni ho avviato un’ampia consultazione per elaborare un piano di rilancio da cui potrà essere preparato un più specifico Recovery Plan che l’Italia presenterà a settembre. Quando il progetto» sarà più definito «verrò doverosamente in Parlamento per riferire dei suoi contenuti pronto a raccogliere proposte e suggerimenti».
Lega abbandona l’Aula
A seguito dell’informativa, dopo l’intervento del capogruppo della Lega Maurizio Molinari, i deputati del Carroccio hanno lasciato l’Aula. A disertare l’Aula durante il dibattito anche i parlamentari di FdI.
Il Pd pungola sul Mes
Un passaggio sul Mes invece è arrivato, durante il proprio intervento, dal deputato Pd Piero Fassino: «Non voglio eludere il nodo del Mes. Questa volta si è deciso in sede europea che il Mes avrà una linea di credito dedicata agli investimenti, alla spesa sanitaria, senza condizioni. Significa per l’Italia 37 miliardi circa. Vorrei ricordare che sono il 20% in più di quello che ci verrebbe con il Recovery Fund, che dovrebbe valere per l’Italia 170 miliardi. Sono un terzo di quello che la sanità spende in Italia in un anno. Dire che tutto questo è inutile, o che se ne può fare a meno, mi pare francamente una caricatura o una battuta giornalistica, ma non è la verità».
Renzi in Senato: «Sì al Mes»
Dopo l’informativa tenuta dal presidente del Consiglio in Senato, nel corso del dibattito, il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha toccato anche il tema del Mes: «Vogliamo discutere di Mes o non Mes? Io sono per il sì al Mes, ma questo dibattito è infinitamente più piccolo del vero dibattito che serve all’Europa oggi, e cioè: qual è il ruolo dell’Europa e quindi dell’Italia nei prossimi dieci anni».
Affondo di Salvini: «Follia far pagare le tasse ora agli italiani»
«La cassa integrazione non è ancora arrivata a migliaia di lavoratori italiani. Se ci fosse qualche apertivo in villa in meno e qualche visita in fabbrica in più non farebbe male». È iniziato con un affondo l’intervento a Palazzo Madama del leader della Lega Matteo Salvini, dopo l’informativa del presidente del Consiglio. «Milioni di italiani hanno dovuto versare 10 miliardi di euro di Imu, famiglie e imprese. È una follia far pagare le tasse a famiglie e imprese in questo momento», ha rincarato Salvini. Critiche anche alla gestione dell’immigrazione da parte del Governo: « Vi ricordate a proposito di Europa il grande piano di ricollocazione di migliaia e migliaia di immigrati ottenuto dal governo a Malta? – ha domandato all’Aula – Risultato? Delle decine di migliaia che avremmo dovuto rimpatriare ne abbiamo rimpatriati 464 e in cambio ne sono sbarcati altri 6mila. Sull’immigrazione avete fallito. La sanatoria complicherà questa situazione».
Duro il giudizio del leader della Lega sul sistema di erogazione del credito alle imprese: «Lei si innervosirà – ha detto rivolgendosi al presidente del Consiglio – ma se un piccolo o un grande imprenditore dice: “io sono andato in banca e invece del bazooka ho trovato la fionda e non mi hanno dato un euro”, evidentemente non è un problema di sovranismo o di Lega. Avete fatto male il decreto se le banche non erogano soldi. Rivediamo il Decreto liquidità».
Infine da Salvini l’invito a copiare altri modelli europei: «Copiamo Francia e Germania. La Germania non ha aspettato Mes, Sure, Bei, Recovery Fund. La Germania ha stanziato 300 miliardi per famiglie e imprese e ha abbassato l’Iva. Se la sua maggioranza litiga su tutto lasci perdere e copi francesi e tedeschi».
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