L’esame di maturità a Milano tra ansie e rimpianti: le storie di Letizia, Tommaso e Asia – Il video
Non suonerà la campanella. Quel suono è solo un vago ricordo delle settimane tra febbraio e marzo, quando nessuno avrebbe immaginato che le scuole non avrebbero riaperto più per tutto l’anno scolastico. Non ci sarà l’abbraccio per la fine – di un compito in classe, di un’interrogazione, di un’assemblea d’istituto – ma sarà comunque la fine. Gli anni del liceo non torneranno e resta il rammarico di non aver concluso il percorso per davvero.
«Provo già nostalgia per qualcosa che in realtà non ho vissuto». C’è un senso di incompiuto nei racconti di Letizia Danovi, Tommaso Ricci e Asia Penati. I tre ragazzi stanno per varcare la soglia del Liceo Berchet di Milano. Loro e altri 515 mila ragazzi in tutta Italia sono i maturandi 2020. Il loro esami di Stato, per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, non prevederanno prove scritte, ma soltanto un colloquio orale con i docenti che li hanno visti crescere durante i cinque anni di scuola superiore e un presidente di commissione esterno.
«L’ansia c’è, ma sento anche la voglia di cominciare qualcosa di nuovo – afferma Letizia -. Sono contenta di rivedere i prof che per tanti mesi ho visto solo attraverso lo schermo. Non abbiamo potuto fare i riti di passaggio della fine del liceo: li abbiamo aspettati per tanto tempo, ed è un rammarico enorme terminare così. Con il Coronavirus si è persa una buona parte dell’esperienza scolastica completa». Letizia, a settembre, inizierà il corso di laurea in Fisica all’Università Statale di Milano.
«Mi resta il rammarico dell’ultima settimana, quella in cui i programmi sono conclusi – racconta Tommaso -. Una settimana in cui c’è un senso di liberazione per aver finito le lezioni e, contemporaneamente, la tensione della maturità che sta per arrivare. Non vivremo mai questa sensazione». Tommaso tenterà il test di ammissione alla facoltà di Medicina. «Per me l’intero liceo è stato un rito di passaggio, dall’essere bambini all’età adulta. E si può essere adulti anche senza maturità o con un esame di Stato diverso da tutti gli altri».
Asia non sa ancora se, a settembre, si iscriverà all’università. Vorrebbe trasferirsi a Bologna per studiare Lettere moderne, «però non sono sicura di andare: se si dovesse partire con la didattica online, non credo che riuscirei a sopportare l’inizio di un nuovo ciclo di studi a distanza, come è successo per la conclusione del liceo. Mi ha fatto stare molto male privarmi del contatto fisico con le persone».
Intanto, la maturità 2020 è iniziata e i ragazzi devono prepararsi: che sia un esame diverso, che arrivi dopo un periodo particolarmente complicato per tutto il Paese, resta l’ultima prova della loro vita da adolescenti. Dopo averla superata, niente sarà più come prima.
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