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Regeni, Conte: «al Sisi disponibile ma ora fatti. Ferita che non può essere rimarginata»

I risultati si avranno «con l’intensificazione, non con l’interruzione del dialogo bilaterale» con l'Egitto, ha detto il presidente

«Non c’è più tempo». Così in una lettera inviata al suo omologo egiziano, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha chiesto una risposta chiara al governo del Cairo sulla morte di Giulio Regeni. Una risposta che è stato chiamato a dare anche il premier Giuseppe Conte, interrogato dalla Commissione d’Inchiesta sull’omicidio del ricercatore italiano.

«L’italia continua ad attribuire incessante priorità alla ricerca della verità sulla sua morte. Nessuno deve dubitarne, le autorità italiane non hanno mai smesso di sollecitare con forza alle controparti egiziane progressi tangibili nell’individuazione dei responsabili dell’efferato delitto», ha detto il premier rispondendo alle prime domande della Commissione d’inchiesta sulla morte dello studente.

I colloqui con al-Sisi

«Il governo da me presieduto non ha lesinato sforzi. Io per primo ho sempre messo in cima all’agenda dei miei colloqui con il presidente egiziano al-Sisi la morte di Regeni – aggiunge Conte-. Posso assicurare la commissione che non c’è mai stato un colloquio che non ha avuto al centro il caso Regeni».

Conte ha detto di aver incontrato il presidente egiziano 6-7 volte: «Parlare guardandosi negli occhi ed esprimendo tutto il rammarico vis a vis non ha portato a risultati, non sono stato capace. L’ho detto alla famiglia Regeni quando l’ho incontrata». Sulla famiglia Regeni e l’incontro con i genitori di Giulio Conte non usa giri di parole: «Ho detto loro che se la devono prendere con me che incontro al Sisi. Se c’è incapacità di raggiungere risultati maggiori lo potete imputare a me direttamente».

Relazione tra Italia ed Egitto

Sui rapporti tra Italia ed Egitto fortemente criticati dalla Commissione, il premier ha chiarito che le relazioni tra i due Paesi «non potranno sviluppare appieno il loro potenziale finché non verrà fatta luce sul barbaro assassinio di Giulio».

La politica di Conte sembra dunque essere quella del compromesso, soprattutto alla luce del ruolo delicato e centrale svolto dall’Egitto nel dossier libico, così come anche nella gestione dei flussi migratori e «nella cooperazione in campo energetico che corrispondono ad altrettanti vitali interessi nazionali». Un ruolo dunque, quello egiziano, per cui i risultati nella ricerca della verità sull’omicidio di Regeni si avranno «con l’intensificazione, non con l’interruzione del dialogo bilaterale». In futuro, ha detto però il premier, «torneremo a interrogarci se questa interlocuzione sta dando risultati».

Ma la lentezza della «collaborazione» con le autorità egiziane «è una preoccupazione che condivido e ho rappresentato ad al Sisi, anche il 14 gennaio di quest’anno quando sono stato al Cairo a vedere il presidente al Sisi – ha poi aggiunto il premier-. Ho espresso costernazione e sollecitato una ripresa della collaborazione. Ho sempre ribadito come la vicenda Regeni per l’Italia è una ferita che non può essere rimarginata e che richiede l’accertamento della verità giudiziaria».

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