Verona, strage del bus ungherese: autista condannato a 12 anni. Nello schianto morirono 11 studenti
È stato condannato a 12 anni Janos Varga, l’autista del bus ungherese che si schiantò, causando un incendio, contro un pilone del cavalcavia dell’autostrada A4 a Verona est, il 20 gennaio 2017. Su quel bus c’erano 54 persone. Quella sera morirono in 17, tra cui 11 studenti minorenni di un liceo ungherese. A deciderlo è stata la Corte d’Assise di Verona. Il Gup Luciano Gorra ha anche riconosciuto ai familiari delle vittime delle provvisionali per un totale di circa 5 milioni di euro.
Due anni dopo quell’incidente, il bilancio delle vittime è salito a 18 con la morte di Vigh Gyorgy, il professore che salvò alcuni studenti dall’incendio ma che nulla riuscì a fare per mettere in sicurezza i suoi figli. Doveva essere una giornata di festa per i ragazzi che stavano rientrando a Budapest, dopo aver trascorso una settimana bianca in Francia e, invece, si è trasformata in tragedia.
Il giudice ha anche accolto la richiesta del pm Paolo Sachar di rinviare a giudizio altre cinque persone. L’accusa per loro è di omicidio stradale. Si tratta di Alberto Brentegani (responsabile di quel tratto della autostrada A4 Brescia-Padova), Luigi Da Rios, (capo dell’ufficio tecnico e progettista dei lavori di sistemazione dello spartitraffico centrale e delle barriere), Michele De Giesi, Maria Pia Guli ed Enzo Samarelli. Questi ultimi sono i componenti della commissione Anas del 1993 che collaudarono i lavori di fornitura e posa in opera delle barriere stradali. Per loro l’udienza è fissata per il 15 dicembre 2020.
Foto in copertina: Vigili del fuoco
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