Alex Zanardi, parla il direttore sanitario di Siena: «Piccoli passi avanti, ma preoccupano possibili peggioramenti repentini»
«Alex Zanardi è profondamente sedato, il quadro neurologico è molto grave. È chiaro che, essendo ancora in prognosi riservata, può morire. I suoi miglioramenti sono lenti e progressivi ma quello che preoccupa di più i clinici sono i peggioramenti che, in genere, si manifestano in maniera repentina e che inficiano su quei piccoli passi che giorno dopo giorno si fanno».
A parlare a Open è Roberto Gusinu, direttore sanitario dell’azienda ospedaliero-universitaria senese che ha in cura il campione paralimpico, ricoverato d’urgenza il 19 giugno per gravi traumi a seguito di un incidente stradale a Pienza, vicino Siena.
Il bollettino di oggi 22 giugno | Video dell’ospedale di Siena
Questa, per lui, sarà la settimana chiave: già oggi i medici, come ogni giorno, si riuniranno, in equipe multidisciplinare, per le valutazioni del caso e anche per decidere se sospendere la sedazione nei prossimi giorni. «Non sappiamo quando lo faremo», spiega.
Il dolore della famiglia
«Per la famiglia è un momento di dolore, la moglie è forte e coraggiosa, per lei questa è l’ennesima sfida da affrontare. Intanto possono vederlo e parlarci ma non toccarlo. Ovviamente un familiare alla volta, in prossimità del suo letto, mantenendo la distanza, e vestiti sempre in modo da essere ben protetti. Nel nostro ospedale, infatti, gli accessi sono ancora controllati per l’emergenza sanitaria del Coronavirus».
«Una vita sospesa»
«Sbilanciarsi adesso non è possibile: non possiamo valutare bene il suo quadro neurologico, che rimane grave, perché profondamente sedato. Non sappiamo nemmeno se cambieremo la cura farmacologica. Insomma la sua è una vita “sospesa”. Certo, più passa il tempo, più rimane stabile, più i nostri medici si dicono ottimisti. Per noi, tra l’altro, c’è un carico di emotività in più, chi lo assiste ha anche curato i pazienti Covid».
«La famiglia è consapevole della gravità della situazione»
«Zanardi è una figura positiva sia come persona che come sportivo. Al suo fianco c’è la famiglia che viene informata e coinvolta passo dopo passo: sono consapevoli della gravità della situazione. Il primo intervento, quello neurochirurgico del 19 giugno, ad esempio, lo abbiamo fatto subito, appena arrivato in ospedale in elisoccorso in condizioni gravissime, ed è stato certamente ad alto rischio».
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