Coronavirus. Il video di Montanari e la «finta pandemia» tra «errori medici», trombosi e vitamina C
Ci segnalano un video pubblicato il 15 giugno 2020 pubblicato da un account Facebook dove Stefano Montanari sostiene le sue teorie sul Coronavirus. Amato dagli ambienti NoVax e dai complottisti, denunciato per le sue affermazioni sul Covid-19, nel suo intervento definisce «finta pandemia» l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo in tutto il mondo e riporta alcune sue teorie su come andrebbe trattato il virus.
Indice:
Finta pandemia?
Stefano Montanari sostiene che ci troviamo di fronte a una «finta pandemia» facendo un paragone con l’influenza e i casi di decessi dovuti a questa:
Di influenza in Italia muoiono circa 20 mila persone all’anno e nessuno ha mai parlato di pandemia.
La pandemia è stata dichiarata solo l’11 marzo 2020 dall’OMS, prima si poteva parlare di epidemia. Riportiamo la definizione dalla Treccani:
Epidemia con tendenza a diffondersi ovunque, cioè a invadere rapidamente vastissimi territori e continenti. La p. può dirsi realizzata soltanto in presenza di queste tre condizioni: un organismo altamente virulento, mancanza di immunizzazione specifica nell’uomo e possibilità di trasmissione da uomo a uomo.
L’OMS, secondo quanto riportato nel sito ufficiale, definisce pandemia un’epidemia che si verifica in un’area molto ampia attorno al Mondo:
An influenza pandemic occurs when a new influenza virus emerges and spreads around the world, and most people do not have immunity. Viruses that have caused past pandemics typically originated from animal influenza viruses.
Di fatto, il Sars-Cov2 rispetta questa condizione e sostenere che vi sia una «finta pandemia» risulta errato.
La famiglia dei Coronavirus
Montanari sostiene che il Sars-Cov2 «appartiene alla famiglia dei Coronavirus, cioè la famiglia a cui appartiene anche il virus del raffreddore più comune». Detta così sembra che ci troviamo di fronte a «un virus da poco» ed è bene leggere quanto riportato dal sito del Ministero della Salute:
I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS).
Stesso discorso per quanto riportato dal sito dell’OMS:
Coronaviruses are a large family of viruses which may cause illness in animals or humans. In humans, several coronaviruses are known to cause respiratory infections ranging from the common cold to more severe diseases such as Middle East Respiratory Syndrome (MERS) and Severe Acute Respiratory Syndrome (SARS). The most recently discovered coronavirus causes coronavirus disease COVID-19.
Montanari nel suo discorso dice «anche» per parlare del «comune raffreddore», il che risulta corretto da una parte e mancante da un’altra: bisogna ricordare che tra i Coronavirus ci sono anche quelli più pericolosi che non causano un «comune raffreddore». Fornire solo un collegamento porta a pensare – soprattutto ai negazionisti e complottisti della Pandemia – che il Sars-Cov2 sia «banale». Andiamo avanti.
Mortalità di fatto nulla?
Dopo aver presentato il Sars-Cov2 in maniera sottostimata, Montanari prosegue sostenendo che la sua mortalità sia «di fatto nulla» e per sostenere la sua affermazione cita una pubblicazione fatta a Kobe, in Giappone, dove si sarebbe dimostrato che il virus «ha una mortalità di gran lunga inferiore a quella di una normalissima influenza». In un articolo del 5 maggio 2020 avevamo spiegato il lavoro svolto a Kobe, il quale non dimostra affatto quanto dichiarato da Montanari.
I morti «se mai sono morti»
Continua Montanari:
Di questo virus probabilmente sono morte, se mai sono morte, alcune decine di persone, non certamente 20 mila persone.
Questa narrativa viene portata avanti dallo stesso Montanari, e da altri che vengono seguiti dalle comunità NoVax e complottiste, come Rosario Marcianò, sulla base di quanto riportato dai report dell’Istituto Superiore di Sanità. che attualmente cita quanto segue:
Il grafico presenta le più comuni patologie croniche preesistenti (diagnosticate prima di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2) nei pazienti deceduti. Questo dato è stato ottenuto da 3510 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche. Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 3,3 (mediana 3, Deviazione Standard 1,9). Complessivamente, 147 pazienti (4,2% del campione) presentavano 0 patologie, 516 (14,7%) presentavano 1 patologia, 753 (21,5%) presentavano 2 patologie e 2094 (59,7%) presentavano 3 o più patologie. Prima del ricovero in ospedale, il 23% dei pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi seguiva una terapia con ACE-inibitori e il 16% una terapia con Sartani (bloccanti del recettore per l’angiotensina). Nelle donne (n=1166) il numero medio di patologie osservate è di 3,3 (mediana 3, Deviazione Standard 1,9); negli uomini (n=2344) il numero medio di patologie osservate è di 3,2 (mediana 3, Deviazione Standard 2,0).
Quello che è stato fatto da Montanari, Marcianò e altri, è un «gioco di parole» basato sul decesso di pazienti con o senza patologie preesistenti, ignorando il fatto che il virus ha contribuito a peggiorare le condizioni di chi soffriva di altre malattie.
Ecco quanto riportato in merito alle complicanze:
L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comunemente osservata in questo campione (96,8% dei casi), seguita da danno renale acuto (22,1%), sovrainfezione (13,3%) e danno miocardico acuto (10,9%).
L’influenza comune causa più decessi?
Un altro peso nel piatto della bilancia posto da Stefano Montanari è il numero dei morti per l’influenza comune, sostenendo che causi circa 20 mila morti all’anno soltanto in Italia. Secondo quanto dichiarato da Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano, in Italia «i virus influenzali causano direttamente all’incirca 300-400 morti ogni anno, con circa 200 morti per polmonite virale primaria», numeri ai quali aggiunge quelli relativi alle morti indirette: «a seconda delle stime dei diversi studi, vanno poi aggiunti tra le 4 mila e le 10 mila morti “indirette”, dovute a complicanze polmonari o cardiovascolari, legate all’influenza». Si tratta di numeri largamente minori rispetto a quelli citati da Montanari nel video. Ad oggi, in Italia si contano nella sola regione Lombardia oltre 16 mila decessi Covid-19:
La «tromboembolia polmonare»
Stefano Montanari riporta la sua teoria in merito ai decessi registrati:
Il motivo per cui tante persone muoiono apparentemente per questo virus è per un errore medico. Si è parlato di una polmonite, una polmonite interstiziale si è detto, quanto non era affatto una polmonite ma una tromboembolia polmonare che è qualcosa di totalmente diverso.
A parte che il Montanari, con queste dichiarazioni, afferma che il virus Sars-Cov2 genera una condizione molto grave (a conferma dei numerosi decessi), non dice nulla di nuovo. Il punto è che lo fa in maniera scorretta. I casi di trombosi erano ben conosciuti, anche negli ospedali dove venivano trattati i pazienti con l’eparina – ne avevo parlato in un articolo del 13 aprile 2020 – e non è la principale problematica legata ai decessi nei pazienti Covid-19.
Le stranezze dietro il premio internazionale
Ne parla per la prima volta nella sua pagina Facebook il 19 aprile 2020 – giorni dopo l’articolo relativo all’utilizzo dell’eparina – sostenendo di aver letto le dichiarazioni di un medico:
Ricevo, non ho idea da chi, uno scritto di un medico che si accorge di un’evidenza che doveva essere sotto gli occhi di tutti coloro che non hanno fette di prosciutto (salame per i meno abbienti) sugli occhi: gl’infetti da Coronavirus muoiono di tromboembolia polmonare. Forse non ci voleva un genio della medicina per arrivarci ma, molto semplicemente, qualcuno che sapesse fare il medico, una professione che fu nobilissima e che oggi ha qualche problema d’identità.
Il post, così come la citazione all’interno dello stesso del contenuto diffuso da quello del Dott. Giampaolo Palma, si scontra con un’altra narrativa. Nel sito di Stefano Montanari troviamo un articolo dal titolo «Premio Covid-19» dove viene riportato un comunicato stampa del World Boxing Council – non parliamo di una sigla scientifica, ma sportiva – dove si annunciava il conferimento del premio «Hero of the World» – sul sito sportivo si legge «Heroes of Humanity» – allo stesso Montanari e sua moglie Antonietta Gatti per il seguente motivo:
I vertici mondiali della Wbc, tramite gli uffici thailandesi dell’organizzazione, mi hanno chiesto di metterli in contatto con scienziati e ricercatori italiani ed europei che stanno sperimentando cure e ricerche innovative», spiega Max Baggio rappresentante per l’Italia della WBC Muay Thai e Ceo della KL International (Thailand) Co. Ltd. «Nel Nord Italia, diversi ospedali si sono trovati di fronte ad una situazione di enorme emergenza con un numero di ricoveri che ha spinto “al limite” le strutture sanitarie e l’operatività di medici e infermieri. Le diagnosi, associate all’infezione da COVID-19, che venivano solitamente emesse erano di fatto assimilabili a formeacute di polmonite interstiziale: gli scienziati Gatti e Montanari, sulla base delle loro ricerche, stanno scoprendo che in realtà potrebbe trattarsi di casi di tromboembolia polmonare, quindi di natura vascolare ed ematologica». I vertici della WBC nell’individuare gli scienziati più meritevoli in questa prima fase della pandemia hanno deciso dunque di premiare glistudi innovativi di Montanari e Gatti.
In alcune interviste rilasciate da Montanari si associa il premio alla «scoperta» relativa alla tromboembolia polmonare. Ecco quanto riportato in un servizio di Telecolor del 18 maggio 2020:
Da settimane, ormai da mesi, Antonietta Gatti e Stefano Montanari, esperti di nanoparticelle e studiosi degli effetti delle polveri sottili nell’organismo umano alla Nanodiagnostics di Modena, stanno studiando giorno e notte il nemico che ha paralizzato il mondo. Un impegno costante nella ricerca, da sempre e ora nei confronti del Covid-19, che ha portato entrambi gli studiosi ad essere gli unici due italiani insigniti di un premio internazionale dal titolo “Heros of Humanity”. È loro la scoperta della vera causa dei troppi decessi da coronavirus.
Nel servizio lo stesso Stefano Montanari spiega il perché del premio:
… perché noi abbiamo… da molto tempo ci eravamo accorti che chi muore di Coronavirus non muore di Coronavirus in realtà, ma di tromboembolia polmonare.
Rendendoci conto che lo stesso Montanari racconta di essere venuto a conoscenza di questa situazione da un post pubblicato da un’altra persona: il problema legato alla trombosi era già conosciuto e l’avevo spiegato in un articolo del 29 aprile 2020. Mentre Montanari cita un post diffuso il 10 aprile 2020, il 9 aprile 2020 veniva consegnato un pre-print dal titolo «Is COVID-19 an Endothelial Disease? Clinical and Basic Evidence» dove si parlava proprio di trombosi, ma se dobbiamo parlare del territorio italiano allora basta andare a consultare il sito della Fondazione Veronesi che sempre il 9 aprile 2020 pubblicava un articolo che riporta quanto segue:
L’eccessiva risposta infiammatoria fungerebbe da scompenso anche per la cascata di reazioni che portano alla coagulazione del sangue. Risultato? L’incremento della formazione di «grumi» di sangue, da cui l’aumentato riscontro di episodi quali le trombosi e le embolie polmonari.
Insomma, c’è chi prima di Montanari aveva parlato del problema facendolo non tramite Facebook o i social, ma attraverso riviste scientifiche non predatorie.
La fonte che smentisce Montanari
Montanari aveva citato come fonte il post Facebook, diventato virale, del Dott. Palma. Montanari, durante i suoi interventi, riporta due affermazioni cardine della sua narrativa:
- la causa di morte non è la polmonite, ma la trombosi;
- intubare e usare i respiratori non serve.
In un intervista rilasciata a Daniele Martinelli il 21 aprile 2020, il Dott. Palma sostiene che la trombosi e la tromboembolia polmonare sia una «concausa» dei decessi per poi – al minuto 8:48 circa – affermare quanto segue: «Però, per non essere frainteso, vorrei affermare con fermezza che la trombosi non sarebbe l’unica causa di morte».
Per quanto riguarda i respiratori, nella stessa intervista il Dott. Palma spiega la necessità di ventilazione assistita nei casi in cui si arriva alla polmonite interstiziale.
Il virus e la vitamina C
Intorno al minuto 5:05 del video diffuso online, Stefano Montanari sostiene che per debellare il Sars-Cov2 bastava un’iniezione endovenosa di acido ascorbico, ossia la vitamina C. Ne avevamo parlato in un approfondimento in un articolo di aprile 2020, spiegando che questa teoria non ha alcuna base scientifica e viene diffusa ormai in tutto il mondo dall’inizio della diffusione del virus. Se ne sono occupati in tanti, possiamo citare l’intervento del dottor Michele Lagioia, Direttore medico sanitario di Humanitas:
La sua importanza non è quindi in discussione, tuttavia il suo ruolo nella guarigione dal Coronavirus è una notizia priva di fondamento.
La vitamina C non fa male, a meno che non se ne abusi: il rischio di fake news come questa è che le persone assumano troppa vitamina C, rischiando l’ipervitaminosi e conseguenti disturbi ai reni, allo stomaco e all’apparato digerente in generale.
Inoltre è bene ricordare che la vitamina C non ha alcuna proprietà terapeutica nella cura dei sintomi influenzali e pertanto non può essere di alcun aiuto nella prevenzione o nel trattamento di un raffreddore; al massimo potrebbe abbreviare l’episodio influenzale, ma bisogna stare attenti a non abusarne.
L’ozono
Un ultima terapia proposta da Montanari riguarda l’utilizzo dell’ozono, ma che questo non verrebbe usato perché non brevettabile. Tuttavia, mentre sostiene con certezza l’efficacia, non risultano evidenze scientifiche e protocolli che abbiano dato conferma della sua efficacia. C’è da dire che ad aprile 2020 si è parlato di una sperimentazione avviata presso l’ospedale di Udine, sperimentazione che non viene ancora oggi elencata sul sito dell’Aifa. Non solo, durante il mese di marzo era circolata la notizia che ci sarebbe stata l’autorizzazione da parte dell’ente, smentita però da un comunicato dell’ISS del 26 marzo 2020:
In relazione alle notizie riportate da diversi organi di stampa secondo cui l’Istituto Superiore di Sanità avrebbe rilasciato l’assenso all’utilizzo del trattamento di Ozono Terapia nei pazienti affetti da Covid-19 l’Istituto precisa che:
Non rientra nei compiti dell’Istituto rilasciare questo genere di autorizzazioni.
L’ISS non ha rilasciato un’autorizzazione in tal senso ma, in un carteggio informale, ha invece sottolineato che le evidenze portate a sostegno dell’utilizzo di questa terapia per il trattamento del COVID-19, dovrebbero essere confermate, visto l’obiettivo terapeutico, da una sperimentazione autorizzata dall’Agenzia Italiana del Farmaco.
Nello stesso carteggio sono state date indicazioni per eventuali approfondimenti di tipo sperimentale.
Non si riscontrano chiusure da parte dell’Aifa e dell’ISS, ma c’è bisogno di qualcosa di più per poter procedere. Montanari è certo dell’utilità dell’ozonoterapia, ma non fornisce alcuna dimostrazione scientifica valida.
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