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JK Rowling, quattro autori lasciano la sua agenzia dopo le dichiarazioni sulla transessualità

23 Giugno 2020 - 15:58 Redazione
JK Rowling contro John Oliver
JK Rowling contro John Oliver
«Sosteniamo i diritti di tutti i nostri clienti di esprimere i loro pensieri e le loro convinzioni e crediamo nella libertà di parola», ha affermato l'agenzia letteraria Blair Partnership

Dopo lo scorso dicembre ci era ricascata il 6 giugno. J.K.Rowling, la mamma di Harry Potter, aveva ancora fatto parlare di sé per le proprie posizioni, alquanto divisive, sulla transessualità. Le polemiche erano scoppiate a seguito di una serie di tweet della scrittrice, tra cui il primo in cui affermava, in riferimento a un articolo: «Persone con le mestruazioni. Sono certa che c’era una parola per definirle… aiutatemi. Donnole?». Il messaggio che si intuisce è che solo le persone con il ciclo mestruale possono definirsi donne. L’indomani era arrivata una serie di altri cinguettii che avevano ulteriormente infuocato il dibattito.

A distanza di due settimane le prime conseguenze. Quattro autori hanno deciso di lasciare la sua agenzia letteraria, accusando la compagnia di non aver voluto pubblicare una dichiarazione di sostegno ai diritti delle persone transgender. Fox Fisher, Ugla Stefania Kristjonudottir Jonsdottir e Drew Davies, tre degli autori che hanno deciso di abbandonare la Blair Partnership, hanno dichiarato di aver chiesto all’agenzia di «riaffermare la propria posizione nei confronti dei diritti e dell’uguaglianza transgender» ma, hanno spiegato gli scrittori, dopo una serie di colloqui privati la compagnia è stata incapace «di impegnarsi in qualche azione che ritenevamo appropriata e significativa».

La Blair Partnership si è difesa sostenendo di non poter impedire, ai suoi autori, una libertà fondamentale come quella di esprimere i propri pensieri, le proprie credenze e valori. «Sosteniamo i diritti di tutti i nostri clienti di esprimere i loro pensieri e le loro convinzioni e crediamo nella libertà di parola», ha affermato un portavoce dell’agenzia. «L’editoria e le arti creative – ha continuato – dipendono da queste cose. È nostro dovere, come agenzia, supportare tutti i nostri clienti in questa libertà fondamentale e non commentiamo le loro opinioni individuali».

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