Quando Caliendo spiegava perché si sarebbe astenuto sul ricalcolo dei vitalizi – Il video
Il suo voto è stato decisivo per annullare la delibera sul taglio dei vitalizi. Una decisione che ha scatenato polemiche da parte di partiti di maggioranza e opposizione, in particolare la Lega e il M5s. Ma soltanto qualche mese fa il senatore forzista Giacomo Caliendo, presidente della Commissione contenziosa del Senato, affermava che si sarebbe astenuto dalla decisione se ridare i vitalizi agli ex parlamentari. «Pur non avendo nessun problema di conflitto di interessi, ho raggiunto la decisione di astenermi da quel processo. Lo faccio per difendere il Senato e i principi dell’autodichia che sarebbero messi in forse da iniziative che crescono per impedire che sia assunta una decisione corretta con le regole del diritto e non con la forza della maggioranza».
Caliendo spiegava così, il 5 febbraio 2020, la decisione di astenersi, aggiungendo: «La politica valuta l’opportunità, che non può essere valutata dal giudice. Il giudice deve svolgere la sua funzione, ma ho visto che vi è un coacervo di iniziative per distruggere l’immagine del Senato e l’autodichia». Poi però è stato proprio il suo voto a ribaltare gli equilibri: a votare a favore all’annullamento della delibera sarebbe stato lui e i due membri “laici” (non senatori) della Commissione, mentre i leghisti Simone Pillon e Alessandra Riccardi hanno dichiarato di aver votato contro (quindi per mantenere l’abolizione).
«La commissione contenziosa è un organo giurisdizionale che applica la legge e non può modulare le proprie decisioni in base a convinzioni politiche, per cui sarebbe auspicabile che le critiche tenessero conto di tale non irrilevante particolare su cui si fonda anche l’autodichia della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica». Così oggi, 26 giugno, Caliendo ha giustificato la decisione della Commissione da lui presieduta.
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