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«Siate affamati siate folli»: è morto Michael Hawley, il genio ombra di Steve Jobs che nel tempo libero scalava l’Everest

26 Giugno 2020 - 14:42 Valerio Berra
Aveva 58 anni ed è stato uno dei protagonisti di alcune delle più grandi innovazioni degli ultimi anni: una su tutte l'Internet of Things

Internet funziona (anche) così. Ci sono pionieri il cui nome diventa il titolo di film e biografie e riesce ad attirare attorno a sè un’aurea di sacralità. Il caso Steve Jobs insegna. Altri invece, nonostante i loro meriti, restano più nell’ombra e non diventano idoli per il grande pubblico. È il caso di Michael Hawley, programmatore morto il 24 giugno a 58 anni per un tumore.

Hawley era un professore del Mit Media Lab, centro di ricerca interdisciplinare del Massachusetts Institute of Technology. Scorrendo le sue biografie è difficile dire esattamente di cosa si occupasse. Prendendo solo il lato informatico è uno dei primi esploratori dell’Internet of Things, formula che serve per definire tutti i sistemi in gli oggetti sono connessi tra loro attraverso la rete.

Questo programmatore però è stato anche un ottimo musicista amatoriale, l’autore del libro illustrato più grande del mondo e il direttore scientifico della spedizione statunitense sul Monte Everest del 1998. Non solo. Hawley è stato anche uno dei più influenti collaboratori di Steve Jobs.

Il discorso del guru di Apple «Stay Hungry, Stay Foolish»

Stay Hungry, Stay Foolish. Siate affamati, siate folli. Università di Stanford, 12 giugno 2005. Steve Jobs sale sul palco del Graduation Day, la giornata dedicata agli studenti ce hanno appena ottenuto la laurea. Jobs era alla guida di Apple e stava cavalcando l’onda della rivoluzione digitale inziata con il lancio del suo iPod. Due anni dopo avrebbe lanciato l’iPhone e sei anni dopo avrebbe lasciato la sua famiglia e i suoi fan per un tumore al pancreas.

Quel discorso è diventato il suo testamento ma quelle parole non sono solo sue. Secondo diverse fonti infatti è stato proprio Michael Hawley a contribuire a scriverlo. I due infatti si erano conosciuti negli anni ’80 quando entrambi lavoravano alla NeXT, la compagnia di computer fondata da Jobs dopo la sua uscita da Apple. E da lì avevano continuanto a confrontarsi per capire (e plasmare) insieme il futuro dell’Occidente.

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