Focolaio alla Bartolini di Bologna, la denuncia di un corriere: «Quando consegno mi chiedono di star lontano, trattato come un untore»
Dopo lo scoppio del focolaio da Coronavirus nella sede di Bartolini a Bologna, emergono i primi casi di discriminazione contro i corrieri. Ad Argenta, in provincia di Ferrara, un corriere – Manuele, questo il suo nome – che lavora per la ditta di consegne ha raccontato che molti residenti ormai lo tratta «come un untore e guardano storto». E non importa che le due città siano distanti e che non c’entrino nulla l’una con l’altra, ormai è una faccenda che riguarda tutta una categoria. Tra chi guarda in cagnesco c’è poi chi si dimostra più tollerante, racconta Manuele. «C’è anche chi mi ha chiesto come sto e questo mi ha fatto molto piacere, ma altri hanno esordito con frasi tipo: “stai lontano che voi Bartolini siete tutti infetti».
Il ragazzo poi precisa che se davvero avesse contratto il virus, «non sarei al lavoro». La storia è stata riportata dal quotidiano Nuova Ferrara, ripresa da Repubblica. Manuele, che vive come un disagio questa situazione, ha detto: «Il nuovo focolaio è alla filiale di Bologna, io come i miei colleghi veniamo da quella di Ferrara, dove siamo tutti sani. Vorrei rassicurare tutti: il vostro corriere non è contagioso».
Il focolaio di Bologna
Da una manciata di qualche decina di casi, ieri alla Bartolini di Bologna il totale dei contagi è salito a 107. Di questi, 79 sono i dipendenti trovati positivi al Covid-19, 28 sono familiari o conoscenti. Solo ieri, 27 giugno, sugli ultimi 109 tamponi eseguiti tra personale amministrativo e autisti, sono stati riscontrati 12 positivi. I dati sono stati riportati dal direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Azienda Usl di Bologna, Paolo Pandolfi. Tra i positivi anche due autisti.
Pandolfi ha spiegato che «tutto quello che si doveva fare è stato fatto. Abbiamo preparato una relazione, fatto un sopralluogo con i carabinieri e abbiamo visto che quello che avevamo indicato da fare è stato fatto. La società ha eseguito una serie di cose indicate». «Credo che una considerazione che possa essere fatta – ha aggiunto – potrebbe essere quella di non sospendere e mantenere l’attività come è».
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