Dai Simpson a L’Oréal: ecco chi prova a cambiare dopo le proteste per la morte di George Floyd
I Simpsons, la celebre serie animata che racconta la vita di una famiglia di Springfield, non userà più attori bianchi per prestare la voce ai personaggi neri del cartoon. La notizia è stata data dai produttori della serie tv ed è solo l’ultimo caso in cui un’azienda ha deciso di invertire la propria rotta cambiando policy, schierandosi in favore della battaglia anti razzista portata avanti nelle ultime settimane dal movimento Black Lives Matter. Tutto nasce dall’omicidio di George Floyd, l’afroamericano ucciso dal poliziotto Derek Chauvin a Minneapolis in USA lo scorso 25 maggio. L’evento ha scosso tutto il mondo, sollevando le reazioni dell’opinione pubblica. Da ogni angolo del pianeta le persone si sono riversate nelle piazze per chiedere che non vengano più tollerati episodi di razzismo. Una protesta di massa che è arrivata a coinvolgere simboli della cultura pop, come, appunto, I Simpson, ma anche grandi marchi dell’economia mondiale.
I Simpsons, I Griffin, Central Park
Ed è così che la creatura di Matt Groening, che da 30 anni rallegra la tv degli americani – e non solo -, ha dichiarato: «Andando avanti, la serie non avrà più attori bianchi che doppiano personaggi non bianchi». La novità, riportata dal Guardian, parla anche di attori bianchi, tra cui Mike Henry della serie animata I Griffin e Kristen Bell di Central Park che hanno già rinunciato al proprio ruolo, spiegando che non daranno più voce ai personaggi di colore. «È stato un onore interpretare Cleveland ne I Griffin per 20 anni. Adoro questo personaggio, ma le persone di colore dovrebbero interpretare personaggi di colore. Pertanto, mi dimetterò dal ruolo», ha dichiarato Henry su Twitter venerdì.
June 26, 2020
L’Oréal e gli altri
Anche il gigante L’Oréal ha annunciato che rimuoverà parole come “sbiancamento” dai suoi prodotti, mentre continuano le proteste contro il razzismo globale. «Il gruppo L’Oréal ha deciso di rimuovere le parole bianco-sbiancamento, schiarimento da tutti i suoi prodotti per la pelle», ha dichiarato la società in una nota, sabato, ripresa dal Guardian. L’annuncio segue la decisione dei vertici di Unilever di rinominare la loro crema schiarente per la pelle in “Fair and Lovely”. Johnson&Johnson ha affermato la scorsa settimana che avrebbe smesso di vendere alcuni prodotti Neutrogena e Clean & Clear, pubblicizzati come riduttori dei punti neri in Asia e Medio Oriente. Diverse compagnie americane hanno fatto sapere che cambieranno la loro identità, come Mars, che afferma di voler dare un volto nuovo al proprio marchio Uncle Ben’s, che usa come logo l’immagine di un uomo afroamericano.
In Italia
Il rifugio altoatesino Capanna Nera è finito al centro di polemiche per il suo nome tedesco, Negerhuette. Dalla Germania è partita una petizione online che nel giro di pochi giorni ha raccolto 7mila firme per far cambiare nome al noto rifugio della Val Badia. I promotori si sono rivolti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il nome tedesco deriva dal latino “niger” (nero) e non dal tedesco “neger” (negro), spiegano i gestori del rifugio su Facebook, ricordando la storia ormai quasi centenaria della Capanna Nera.
I grandi marchi contro Facebook
Coca-Cola, insieme a Patagonia e North Face sono alcuni dei grandi marchi che per la prima volta hanno deciso di rinunciare ai contenuti sponsorizzati sulle piattaforme social, come Facebook, perché quest’ultime non sono in grado di contrastare il razzismo. «Non c’è spazio per il razzismo nel mondo e non c’è spazio per il razzismo sui social media», ha denunciato il presidente e Ceo di Coca-Cola James Quincey in una nota.
I Moretti
I Moretti, prodotti dal 1946 dalla Dubler, azienda svizzera del Cantone dell’Argovia, all’epoca erano stati battezzati con il nome di Mohrenkopf, ovvero “teste di moro”. Qualche settimana fa, la catena svizzera di supermercati Migross ha scelto di ritirare dai propri scaffali i famosi dolci al cioccolato perché razzisti – almeno nel nome che portano.
Hbo e “Via col vento”
Era stato ritirato dal catalogo, ma Via col vento è tornato su Hbo. Il film era stato sospeso due settimane fa nel clou delle proteste anti razziste. Il servizio in streaming ha deciso di rimetterlo in programmazione con alcune avvertenze, tra cui il fatto che nega gli orrori della schiavitù. Il film è anche preceduto da due video: in quello introduttivo una studiosa spiega il perché il capolavoro del 1939 dovrebbe essere visto nella sua forma originale, contestualizzato e discusso. Il secondo video invece è di un’ora ed è una sorta di tavola rotonda moderata da uno storico ed intitolata, “La complicata eredità di Via col vento“.
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