Zangrillo: «Gli allarmismi sulla seconda ondata sono da irresponsabili, come fa Crisanti: non saremo come è oggi il mattatoio in Germania»
È scettico Alberto Zangrillo sulla ripresa della pandemia di Coronavirus in autunno e sulle analogie sollevate da Ranieri Guerra dell’Oms con l’influenza Spagnola. In un’intervista al Sussidiario.net, il primario di Anesersia e Rianimazione generale al San Raffaele di Milano difende il documento sottoscritto con altri nove colleghi, con il quale ha ribadito la sostanziale scomparsa del virus sotto il profilo clinico: «Non ci sarà una seconda ondata – dice Zangrillo – perché nessuno di noi vuole rivederla. Poi non posso negare che in autunno inoltrato con la ripresa del freddo, come per tuti i virus respiratori, si possa verificare un risveglio del Covid. Ma sono certo – aggiunge – che sapremo controllare questa ripresa della viremia».
I nuovi focolai
Certo ci sono i nuovi focolai scoppiati nelle ultime 48 ore che stanno allarmando, con la minaccia di un ritorno più diffuso sul territorio nazionale di almeno di una decina di zone rosse. Un fenomeno che secondo Zangrillo non smentisce la sua condizione: «Non ho mai detto che il virus è scomparso, né che si sia modificato, e se qualcuno dice contrario, dice una falsità». A cambiare però è la carica virale dei casi positivi che stanno emergendo da tempo, che permettono al virus di diffondersi dove non vengono applicare le regole basilari, dal distanziamento sociale all’uso della mascherina.
Lanciare allarmi è «da irresponsabili»
Quel che importa ora, secondo Zangrillo, è che non bisogna smettere di stare attenti, continuando a rispettare le norme igieniche che abbiamo imparato a conoscere con più attenzione. I contagi non spariranno mai del tutto, sostiene il medico, così come in Lombardia dove «la curva epidemica non si azzererà mai». Ciò che conta però è non ci si ammali più gravemente come prima.
Non c’è motivo insomma di creare allarmismi dice Zangrillo, un comportamento che quando arriva da parte di altri scienziati: «è da irresponsabili, come ha fatto il professor Crisanti, che a settembre l’Italia tornerà come è oggi il mattatoio in Germania». La nuova ondata per Zangrillo è un’ipotesi remotissima, perché le strutture ospedaliere sono più preparate di prima e sono ora capaci di: «sviluppare adeguati processi terapeutici utili a tenere sotto controllo le epidemie del futuro».
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