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«Berlusconi doveva essere condannato a priori». Bagarre alla Camera di Forza Italia per l’audio rubato del magistrato – Il video

A distanza di sette anni dalla condanna in Cassazione per Silvio Berlusconi, spunta una registrazione del magistrato Amedeo Franco, che in quel procedimento era stato relatore

Esplode anche in aula a Montecitorio la protesta dei deputati di Forza Italia, che hanno esposto cartelloni con la scritta «Verità per Berlusconi» alla fine dell’intervento della capogruppo Mariastella Gelmini che ha riproposto in aula gli ultimi sviluppi clamorosi sulla sentenza in Cassazione nel processo Mediaset del 2013, in cui Silvio Berlusconi è stato condannato con una sentenza passata in giudicato il 30 giugno 2013, che portò comunque all’espulsione dal Senato per via della legge Severino.

In un’audio diffuso da Quarta Repubblica su Rete 4, pubblicato poi dal quotidiano Il Riformista, il relatore in Cassazione nel processo Mediaset, il magistrato Amedeo Franco, dice che quel procedimento fu «un plotone di esecuzione». Franco, morto nel maggio 2019, parlava dopo la sentenza della Cassazione, durante un incontro proprio con Berlusconi e altri testimoni, uno dei quali ha registrato la conversazione, ma l’ha fatta trapelare solo oggi: «Berlusconi deve essere condannato a priori, perché è un mascalzone! Questa è la realtà… A mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia… L’impressione è che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto».

La sentenza in malafede

Franco nella conversazione parla di vera e propria «malafede» da parte del presidente del Collegio, il giudice Antonio Esposito. «Voglio dirlo per sgravarmi la coscienza – aggiunge il magistrato – perché mi porto questo del… ci continuo a pensare. Non mi libero… Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo». La presunta malafede di Esposito, sostenuta da Franco, si riferisce alla presunte pressioni che il presidente della sezione feriale della Cassazione avrebbe ricevuto in quel periodo, quando il figlio, anche lui magistrato, era sotto indagine della Procura di Milano per «essere stato beccato con droga a casa di…», ricorda Franco, secondo il quale: «si poteva cercare di evitare che andasse a finire in mano a questo plotone di esecuzione, come è capitato, perché di peggio non poteva capitare».

Video Agenzia Vista

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