Aggressione omofoba a Pescara, rintracciato e denunciato un 21enne
È un giovane di 21 anni l’aggressore del ragazzo gay pestato mentre passeggiava, tra il 25 e il 26 giugno, sul lungomare di Pescara, mano nella mano con il suo fidanzato. A rintracciarlo sono stati i carabinieri che adesso lo accusano di lesioni personali con l’aggravante di aver agito per motivi abbietti o futili. Come raccontato dalla vittima (che ha riportato la rottura della mascella ed è stato sottoposto a un intervento chirurgico; la prognosi è di 30 giorni), si è trattato di uno scontro ad armi impari: sette contro uno, tra cui una ragazza. Sono in corso le indagini per rintracciare gli altri giovani presenti al pestaggio.
Chi è l’aggressore
L’aggressore, stando alle prime informazioni, non lavora e non studia, vive con i nonni e avrebbe avuto un’infanzia difficile. Con lui, però, c’erano altre sei persone che adesso i militari stanno cercando di identificare grazie alle telecamere di videosorveglianza e alle testimonianze dei presenti.
Il giovane, infatti, era arrivato a Pescara per far visita al suo fidanzato, un 22enne del posto, ed è stato preso di mira, senza alcuna ragione, dal branco di ragazzi che prima lo ha insultato, poi è passato dalle parole ai fatti, colpendolo al volto. La buona notizia è che molti passanti hanno provato a difendere i due fidanzati e che, come riporta l’avvocata Cathy La Torre, il giovane «riceverà cure odontoiatriche gratuite da un dentista, e consigliere comunale di Forza Italia, che si è offerto di seguirlo nei prossimi mesi».
July 2, 2020
La situazione a Pescara
A Pescara, purtroppo, non tira una buona aria: tre episodi di omofobia nell’ultima settimana – due dei quali hanno riguardato coppie di ragazze lesbiche – una piazza negata all’Abruzzo Pride («Il sindaco non ci ha mai ricevuti. E poco prima dell’evento alcuni di noi sono stati apostrofati come “fr**i” o “ricc****i”», ci fa sapere il portavoce dell’Abruzzo Pride Fabio Milillo) e infine una manifestazione contro la legge Zan indetta per domenica 12 luglio «in collegamento con altre 100 piazze italiane» si legge. Una protesta contro «la legge liberticida sull’omotransfobia» che rischia di «punire le tue idee».
Gli ultimi casi di omofobia in Italia
Mentre si discute sulla legge Zan, un educatore di Lucca ha denunciato pubblicamente l’ennesimo episodio di omofobia: «Il genitore di un bambino ha detto che “sono bravo ma gay.”. In quel momento mi è passato un treno nello stomaco, ho provato un senso di rabbia e dolore. Sono tornato indietro nel tempo, quando alle medie mi hanno buttato giù dalle scale dicendomi “Tu nello spogliatoio dei maschi non entri”», ha raccontato a Open Marco Dianda. Situazione analoga in Liguria dove, ieri 3 luglio, due ragazzi sono stati assaliti con insulti e pugni solo perché si stavano scambiando un bacio sulla banchina della stazione di Vernazza, alle Cinque Terre.
Foto in copertina da Unsplash
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