Zangrillo non si pente e replica a Crisanti: «Coronavirus più debole, lo dicono le cartelle cliniche»
Torna all’attacco e risponde a tono al virologo Andrea Crisanti, il prorettore dell’Università Vita e Salute dell’ospedale Raffaele di Milano Alberto Zangrillo che, in un’intervista al Corriere della Sera, ribadisce come il virus sia ancora in circolazione anche se con una carica virale più debole. Cauto su una nuova ondata in autunno: «Tutti i virus circolano, a maggior ragione questo. Il Coronavirus sta circolando negli Stati Uniti e in Italia nei focolai, ma qui circola in modo “benigno”. In questo momento in Italia ha esaurito la sua forza letale, perché sta facendo quello che fanno tutti i virus, cioè adattarsi al suo ospite. Probabilmente nella sua evoluzione adattativa sta anche modificando alcune sue caratteristiche. Questo non vuol dire che sia mutato, ma qualcosa sta accadendo a livello delle proteine di superficie del virus: le stesse modificazioni che lo rendevano molto letale tre mesi fa, adesso lo rendono meno aggressivo».
Seconda ondata in autunno?
A parlare, secondo Zangrillo, sono «le cartelle cliniche» secondo cui «la capacità del virus di produrre malattia è uniformemente scomparsa nel contesto nazionale». A contribuire a questo risultato, decisamente confortante, non solo il lockdown, le mascherine e il distanziamento sociale imposto dal governo italiano ma anche la riduzione della «forza letale del virus, perché la correlazione tra carica virale e capacità di produrre malattia (anche grave) è dimostrata». Su una possibile seconda ondata, paventata da molti esperti, Zangrillo non si sbilancia: «Io credo invece che il virus si possa fermare qua. Sono un inguaribile ottimista, credo che abbiamo il 50% di possibilità che il Coronavirus se ne vada».
Crisanti: «Siamo ancora in pandemia, l’Italia non è un’isola»
Intanto, dopo le parole del presidente della Regione Veneto Luca Zaia (che minaccia nuove restrizioni da lunedì dopo che l’Rt della sua regione è improvvisamente salito), torna a parlare anche Crisanti che, a La Stampa, Repubblica e Giornale dice: «La crescita dei contagi in Veneto era prevedibile, da aprile ripeto che bisogna dire la verità ai cittadini. Se si racconta che il virus è sparito le persone abbassano l’attenzione. L’ironia della sorte è che due dei firmatari del documento che sostiene questa tesi, Palù e Rigoli, siano tra i più ascoltati consulenti di Zaia il quale più che arrabbiarsi con i veneti dovrebbe prendersela con i tecnici che gli stanno vicino». «Siamo ancora in pandemia, l’Italia non è un’isola e non ha eliminato del tutto il virus» aggiunge.
«Come si fermano in questo momento migliaia di giovani che hanno ricevuto messaggi contraddittori? Prima gli hanno detto che il virus era morto, poi che la mascherina non serviva, poi di nuovo che invece è fondamentale. Se fossi un 17enne che deve stare con la sua ragazzetta penserei che gli adulti sono degli idioti» spiega, citando poi il modello di Vo’ Euganeo dove tutti i cittadini sono stati sottoposti a tamponi, isolando tempestivamente le persone che avevano avuto contatti con i pazienti risultati positivi al Covid-19.
Ieri l’attacco di Crisanti a Zangrillo e Zaia
Con Zaia – chiarisce Crisanti – «prima avevo un rapporto privilegiato, ora non è più così e lui si rivolge ad altri». Dunque nessun litigio nonostante proprio ieri si sia scagliato duramente contro il governatore del Veneto: «Zaia si avvale in questo momento di due esperti, uno che coordina tutti i laboratori di microbiologia del Veneto, e l’altro che è il suo virologo di fiducia. Entrambi hanno firmato la lettera di Zangrillo che dice che il virus non ci sta più, e ora improvvisamente lo riscopre?».
Foto in copertina di repertorio: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI
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