Il figlio dell’imprenditore che ha riacceso il focolaio in Veneto: «Papà ha sbagliato. Zaia ha ragione, meritava il Tso»
Nonostante i sintomi da Coronavirus dopo un viaggio in Serbia, ha continuato con la sua vita di sempre, partecipando persino a una festa di compleanno e a un funerale. Ora l’imprenditore che ha riacceso il focolaio in Veneto è ricoverato nel reparto di terapia intensiva. Il caso è stato segnalato alla Procura. Per chi si comporta come lui, Luca Zaia ha invocato il carcere o il Tso. A dare ragione al governatore veneto, è lo stesso figlio dell’imprenditore: «Papà ha sbagliato, non so perché si è comportato in modo così irresponsabile», ha detto ai principali quotidiani.
«Non trovo una giustificazione al suo comportamento. Zaia ha regione quando dice che serve il Trattamento sanitario obbligatorio per chi rifiuta le cure: curarsi è una dovere verso la comunità. Non si può rischiare di contagiare altre persone», continua il figlio dell’imprenditore, 40 anni. A causa del comportamento del papà cinque persone sono risultate positive e 117 persone si trovano in isolamento. L’uomo, 60 anni, sarebbe stato contagiato durante un viaggio in Serbia, è morto il 70enne con cui è venuto in contatto e che è risultato positivo.
Il fratello dell’imprenditore, che lavora con lui, smentisce però che quella in Serbia sia stata una trasferta di lavoro: «Era un viaggio personale di cui non so e non posso dire nulla», dice al Corriere della Sera. Ieri, 4 luglio, è stata diffusa una nota da parte dell’azienda in cui si assicura che nelle sedi sono state prese tutte le misure anti-Covid e non c’è pericolo di contagio. Il figlio afferma che dopo aver rifiutato il ricovero, il padre è stato sempre in isolamento domiciliare, finché non è venuta l’ambulanza per portarlo in terapia intensiva dove si trova intubato.
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