In Cina casi sospetti di peste bubbonica. In quarantena 146 persone
Mentre l’attenzione del mondo è concentrata sull’epidemia di Coronavirus, in Cina 146 persone sono state messe in quarantena con il sospetto – leggi: il timore – che siano positive alla peste bubbonica. Per il momento, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa cinese Xinhua, ci sarebbe un solo caso di peste bubbonica nella Mongolia interna, regione settentrionale del Paese, terra di steppe e di marmotte. Le marmotte sono infatti il possibile veicolo del temuto batterio che durante il Medio Evo aveva causato la morte di 50 milioni di persone in Europa, divenuto meno temibile con lo sviluppo della batteriologia e dei primi antibiotici, ma nonostante questo ancora pericoloso.
Il paziente zero e un secondo caso sospetto
Il paziente zero sarebbe un pastore locale, ricoverato all’ospedale popolare di Urad Middle Banner, nella città di Byannur, il 4 luglio. Le sue condizioni sarebbero stabili ma le autorità sanitarie locali hanno alzato il livello d’allerta a livello 3 per tutto il 2020. Stando a quanto scrive il media cinese Global Times, sarebbe stato segnalato anche un secondo caso sospetto: si tratta di un ragazzo di 15 anni.
Al momento le autorità cinesi stanno lavorando per tracciare altri possibili casi e a tal fine hanno chiesto ai cittadini della zona di segnalare i casi di marmotte morte: il quindicenne avrebbe infatti toccato l’animale prima di ammalarsi. Proprio come è avvenuto con il Coronavirus – le cui origini risalgono al mercato di animali di Wuhan in Cina e al consumo di carne di animali selvatici, in particolare, di pipistrelli – alla base della malattia ci sarebbe il commercio e il consumo di carne cruda di marmotte.
Si può ancora morire di peste?
Come recita la pagina dell’Organizzazione mondiale della sanità dedicata alla peste, la malattia è tipicamente trasmessa tra gli animali – in particolare modo i piccoli mammiferi – e le loro pulci. Così avvenne nel Medio Evo, anche se in passato i ratti sono spesso stati identificati dagli storici come possibili vettori della malattia. Si tratta di una malattia che non è mai scomparsa del tutto, nonostante lo sviluppo di antibiotici abbia permesso di arginarla.
Secondo l’Oms ogni anno circa 1.000-2.000 persone si ammalano di peste – principalmente in Peru, nel Congo e in Madagascar. Nei casi in cui non viene curata, la peste bubbonica può tramutarsi facilmente in peste polmonare, con una tasso di mortalità che va dal 30 al 60%. Ma, come scrive la BBC, difficilmente può causare una pandemia. A differenza dei nostri antenati nel quattordicesimo secolo, sappiamo come prevenirla.
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