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Smantellata parte dell’isola di plastica più grande del mondo, 103 tonnellate di rifiuti raccolti nel Pacifico

06 Luglio 2020 - 17:22 Giada Giorgi
La missione dell'Ocean Voyages Institute punta a eliminare la Great Pacifica Garbage Patch, 3 milioni di tonnellate di detriti che galleggiano nelle acque dell'oceano Pacifico

103 tonnellate di plastica portate via dalla più grande isola di rifiuti sottomarina esistente al mondo. È questo il record positivo della missione scientifica Kaisei, progetto lanciato dall’Ocean Voyages Institute (OVI) della California che dal 2009 si pone l’obiettivo di preservare le specie marine.

L’ultimo mostro da sconfiggere per il gruppo di biologi e marinai californiani è proprio la Great Pacific Garbage Patch, l’isola di plastica situata nelle acque dell’oceano Pacifico con 3 milioni di tonnellate di detriti. Seguendo la corrente oceanica del Nord Pacifico, piatti, bicchieri, carte di credito, cotton fiocc, reti, arrivano dal Nord e dal Sud dell’America in un vortice circolare che li trascina e li ammassa in un unico grande blocco.

La missione

La Kwai è la nave scelta per combattere l’isola di plastica più grande del mondo. Più di un mese di navigazione e tanto ancora da raccogliere, il bastimento è partito dal porto di Hilo, nelle Hawaii ed è approdato poi a Honolulu. Lunga 42 m la nave Kwai è dotata di radiofari galleggianti che attraverso un gps permettono di controllare l’area e programmare le azioni di recupero dei detriti.

La raccolta delle 103 tonnellate sembra un piccolo passo rispetto ai 3 milioni complessivi da dover smantellare. Ma il numero di oggetti monouso ritirato nel solo mese di giugno rimane un record per gli operatori, impegnati inoltre nel reindirizzamento dei detriti nei centri di riciclo appositi. A giugno dello scorso anno la nave Kaisei aveva già raccolto 40 tonnellate. Nei prossimi mesi sarà in compagnia di una seconda nave messa a disposizione dall’Ocean Voyages Institute.

Un’isola di plastica anche nel Mediterraneo

«Non ci arrendiamo, in questo periodo difficile stiamo continuando a contribuire al ripristino della salute del nostro oceano, che inevitabilmente influenza la nostra salute e quella dell’intero pianeta» ha detto Mary Crowley, fondatrice e direttrice esecutiva dell’Ocean Voyages Institute. La piaga delle «garbage patch» affligge i mari ormai da anni.

Attualmente sono sette le isole di spazzatura sparse in tutto il mondo, una anche in Italia, nel Mediterraneo, tra l’Isola d’Elba e la Corsica. La maggior parte dei suoi detriti arrivano dall’Arno oltreché dal Tevere e dal Sarno ed è visibile solo per alcune settimane. Lunga per il momento poche decine di chilometri la macchia di spazzatura continua a espandersi e in maniera anche più densa di quella dell’oceano Pacifico.

Un aspetto da non sottovalutare considerato il dato, non irrilevante, del Mediterraneo come il mare dalla più alta densità di plastica attualmente presente. Il WWF parla di 570mila tonnellate di plastica annue, per un inquinamento dell’area mediterranea quadruplicato entro il 2050.

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