Il segretario del Mes assicura che l’Italia può fidarsi: «Unica condizione è usarlo per la sanità»
Le nuove linee di credito del Mes «non hanno nulla a che vedere con i prestiti del passato: non portano a condizionalità ex post, austerity, troika, o ristrutturazione del debito». Ne è sicuro il segretario generale del Mes Nicola Giammarioli che su La Repubblica dice che «siamo in un altro campo da gioco rispetto al passato: l’unica condizione da soddisfare è che i soldi siano usati per la sanità».
Utilizzando il Fondo Salva Stati «l’Italia non pagherebbe alcun costo aggiuntivo – assicura Giammarioli – ma si troverebbe a rimborsare una cifra inferiore a quella ricevuta». E in questo modo, rispetto all’emissione di un uguale ammontare di Btp, «oggi l’Italia risparmierebbe 500 milioni all’anno, ovvero 5 miliardi nei 10 anni».
Ma attenzione a considerarlo un salvataggi come quelli del passato: «Non è un soccorso lanciato durante una crisi finanziaria o per rimediare a scelte sbagliate di un governo. Si tratta di una linea di credito studiata per rispondere alla pandemia», aggiunge Giammarioli. Poi, rileva, «che ogni paese fa le sue considerazioni politiche e finanziarie. Le capitali hanno bisogno di tempo per capire come impiegare i soldi».
Leggi anche:
- Anche la Spagna si tiene lontana dal Mes: no di Madrid al fondo di salvataggio Ue (almeno fino allo scenario peggiore)
- Merkel prende la guida dell’Ue: «Non abbiamo fatto il Mes per non usarlo». La resistenza di Conte
- Perché gli altri Paesi non chiedono il Mes? I veri rischi del fondo e quello che il governo italiano non dice
- 2020 odissea nell’Eurozona: la Commissione prevede Pil annuale a -8,7% (E l’Italia a -11,2%)
- La missione europea di Conte, perché da oggi si rischia di cambiare in peggio il Recovery fund
- Eurogruppo, il nuovo presidente (a sorpresa) è Paschal Donohoe, il ministro delle finanze irlandese