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Ponte di Genova, Paragone a muso duro: «Scelta pessima, la parola dei 5 stelle non vale nulla. Col Mes finirà allo stesso modo» – Video

08 Luglio 2020 - 13:19 Marco Assab
Duro attacco di Gianluigi Paragone all'esecutivo e al suo ex Movimento: «È il governo di promettopoli. Hanno premiato chi non andava premiato»

L’ultimo colpo di scena sulla revoca della concessione ad Autostrade, con la decisione del Mit di affidare la gestione del nuovo Ponte Morandi ad Aspi, sta lasciando dietro di sé una lunga scia di polemiche. Mentre monta il malcontento all’interno del Movimento 5 stelle, con il viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni che tuona citando gli ignavi dell’inferno dantesco, ad esprimersi con parole dure sul tema è anche un ex grillino, il senatore Gianluigi Paragone, raggiunto da Open.

Come giudica la decisione di affidare ad Aspi la gestione del nuovo Ponte Morandi?

«Pessima, non è che ci siano altre parole per definire una scelta politica, di sistema, che va a premiare coloro che non dovevano essere premiati».

Secondo lei il M5s ha cambiato pelle rispetto al Movimento che ha conosciuto all’inizio?

«Il tema non è sapere e misurare quanto siano ballisti, traditori, mendaci, bugiardi quelli del M5s, il problema è quanto vale la parola della politica rispetto alla gente, agli elettori, ai familiari di quelle 43 vittime. E purtroppo la parola del M5s non vale nulla, è la parola dei bugiardi, la parola che è stata spesa all’indomani di quella tragedia per dire che ci sarebbe stata la revoca e a furia di non prendere una decisione ecco che anche questo salmo del sistema finisce in gloria».

Lei ha fondato un nuovo partito con l’obiettivo di tornare, forse, alle origini del Movimento?

«No il tema che poniamo è molto più complesso, articolato, ma anche molto più politico, ed è quello dell’uscita dell’Italia dall’Unione europea e dall’Eurozona».

Il governo ha molti nodi da sciogliere, ci sono tanti temi sul tavolo, dal Mes alle semplificazioni. Come si è mosso finora e dove ha mancato secondo lei?

«Sentite, semplificazione resta una promessa di questo governo di “promettopoli”. Andate a vedere com’è la situazione sulle strade e autostrade italiane. Ci sono persone che stanno facendo 8 ore di coda sulle autostrade. Questi mi parlano di semplificazioni future quando non sono riusciti a risolvere i problemi dell’oggi, figuriamoci. La vicenda di Benetton è paradigmatica di come il governo sia incapace di prendere una decisione. Questo accadrà anche con il Mes. A furia di dire che non è all’ordine del giorno questi approveranno il Mes e ci butteranno dentro il meccanismo europeo di strozzinaggio».

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