Gianni Mura per anni vittima di estorsione, arrestato un fan: «Dammi i soldi o ucciderò te e tua moglie»
«Niente e nessuno mi fermerà. Tua moglie e te morirete. Non ho più nulla da perdere. Nulla. Verrò a Milano. A casa o al giornale. Farò una strage. Dammi i soldi e sparirò. Scegli tu perché vivere non potrai». È uno dei tanti messaggi minatori arrivati da un suo fan, adesso arrestato, nella casella di posta elettronica di Gianni Mura. Il giornalista, storica firma di Repubblica, morto a 74 anni lo scorso 21 marzo, sarebbe stato vittima di stalking per gli ultimi due anni della sua vita.
Da ottobre 2018 un presunto estorsore, Francesco Gaspari, avrebbe tempestato di minacce e richieste di denaro il giornalista. Nelle mail, il 47enne residente a Cles, in Trentino, avrebbe più volte cercato di intimidire Mura al fine di ottenere versamenti. Il giornalista l’avrebbe inizialmente anche aiutato: il presunto estorsore gli aveva raccontato che suo padre era stato ucciso e che sua madre era malata. Mura si sarebbe anche offerto di intercedere per lui per un posto da bibliotecario a Pordenone.
Le indagini
Gaspari si sarebbe presentato a Mura 10 anni fa come un suo fan: tra i due sarebbe nata un’amicizia, diventata poi un rapporto tra vittima e stalker. Le minacce si sono fatte, però, sempre più insistenti e Mura, secondo l’accusa, è stato costretto a versargli una somma pari a 61.500 euro, ritirati dall’uomo in piccole somme da uno sportello di una banca del comune trentino.
Le indagini del Nucleo investigativo di Milano sono scattate dopo la denuncia della moglie. L’uomo, nel suo rapporto epistolare, si era professato grande fan della scrittura di Mura. Le mail erano scritte con ottima proprietà di linguaggio e correttezza grammaticale. Al punto da assumere, nonostante i toni violenti, punte stilistiche elevate: «M’accompagna, in queste lunghe ore, una feroce fissità nello sguardo».
«Ti scrivo perché – continua Gaspari – nel replicare punto su punto alla tua scarsa lettera (voto 5 – – ), ho tralasciato di ribattere laddove dici “Io non ho paura di te”. Ecco. Lasciami dire che qui sbagli e di grosso. Non mi conosci a sufficienza. Non sai fin dove può spingersi una persona come il sottoscritto – nato e cresciuto tra le botte e il sangue – che cova un cotale risentimento (tenue eufemismo) verso le ingiustizie sociali».
Foto in copertina: ANSA/DANIELE MASCOLO
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