Autostrade, il governo dà ad Aspi tre giorni per avanzare una proposta su tagli alle tariffe e investimenti
Tre giorni per un nuova proposta. Tre giorni per definire il futuro delle concessioni autostradali sulla rete italiana. Sarebbe questo il termine fissato dal Governo durante il vertice con Autostrade per l’Italia (Aspi). Questa società, originariamente pubblica ma privatizzata dal 1999, è guidata da Atlantia, il gruppo della famiglia Benetton, che ne possiede l’88% delle azioni. A rappresentare il Governo nell’incontro c’erano i capi gabinetto del Ministero dei Trasporti e di quello delle Finanze: Alberto Stancanelli e Luigi Carbone, oltre che il segretario generale della Presidenza del Consiglio, Roberto Chieppa.
L’ultimatum del Governo nasce dalla bocciatura delle proposte di Aspi, ritenute non soddisfacienti. Nella nuova proposta dovranno esserci tre elementi: un abbassamento delle tariffe, una transazione “tombale” pari a 2,9 miliardi per chiudere il contenzioso e la definizione di una serie di sanzioni in caso di inadempimento nelle manutenzioni.
Nelle condizioni chieste per definire una nuova proposta non si parla del controllo su Autostrade per l’Italia. Secondo alcune ricostruzioni infatti l’obiettivo del premier Giuseppe Conte sarebbe quello di far ritornare Aspi nelle mani dello Stato, acquistando la maggior parte delle quote di Atlantia attraverso Cassa depositi e prestiti (o un nuovo soggetto pubblico). Di questo però si dovrebbe parlare nel prossimo Consiglio dei ministri.
La decisione della Corte Costituzionale
Nella serata di ieri la Corte Costituzionale ha dichiarato legittimo escludere Autostrade per l’Italia per la ricostruzione del nuovo ponte Morandi. La scelta era stata contesta da Aspi davanti al Tar ma secondo il giudizio della Corte era giustificata dalla «eccezionale gravità della situazione». Una decisione che ha portato il titolo di Atlantia a un crollo in Borsa dell’8,2%.
«La Corte ha ritenuto non fondate le questioni relative all’esclusione legislativa di Aspi dalla procedura negoziata volta alla scelta delle imprese alle quali affidare le opere di demolizione e di ricostruzione. La decisione del Legislatore di non affidare ad Autostrade la ricostruzione del Ponte è stata determinata dalla eccezionale gravità della situazione che lo ha indotto, in via precauzionale, a non affidare i lavori alla società incaricata della manutenzione del Ponte stesso».
Il premier Conte: «È venuto il momento di decidere»
Nella giornata di ieri, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato che è tempo di arrivare a una decisione chiara su tutta la questione: «È venuto il momento di decidere ed è il motivo per il quale sul dossier coinvolgerò l’intero Consiglio dei ministri, non solo i due ministri interessati».
Anche per lui sarà fondamentale valutare cosa Aspi proporrà al Governo: «C’è una procedura di revoca avviata nei confronti di Autostrade e ci sono tutti i presupposti per portarla avanti. A questo punto, o dalla controparte arriva una proposta vantaggiosa per lo Stato, oppure non ci sono più le condizioni per proseguire».
Il ministro Di Maio: «È il momento di accelerare»
«È il momento di accelerare». Dal suo profilo Facebook, Luigi Di Maio ha scritto un post dedicato al decreto Rilancio e alla fase post Covid che l’Italia sta per affrontare. Una fase in cui, secondo il ministro degli Esteri, sarà necessario cambiare passo e procedere più in fretta. Nel post Di Maio lascia spazio anche alla questione autostrade: «Non dobbiamo aver paura di prendere decisioni nette come quella su Autostrade. È un atto di giustizia».
Il fascicolo aperto dalla procura di Genova
Oltre alla trattativa con il Governo, in questi giorni Aspi dovrà occuparsi anche di un fascicolo aperto dalla procura di Genova sui disagi registrati negli ultimi giorni nelle autostrade della Liguria. Un fascicolo aperto dopo diversi esposti, fra cui quello del presidente della regione Giovanni Toti. I disagi sono nati da una serie di cantieri aperti e dalle ispezioni dei tunnel autostradali. Autostrade per l’Italia ha diffuso una nota per assicurare la massima collaborazione con le autorità giudiziarie.
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