Ponte di Genova, Renzi: «La gestione ai Benetton? Sapevano tutti che sarebbe andata così. È tardi per cacciarli»
«È il momento di passare dalle chiacchiere ai fatti. Dopo due anni non si può continuare ad urlare “revocheremo” o “cacceremo i Benetton”. Perché è molto semplice, ma impossibile da farsi: basta col populismo degli annunci». Il leader di Italia Viva Matteo Renzi non usa mezze misure e, in una intervista a La Stampa, dice la sua sulla revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia.
La gestione del nuovo ponte Morandi
Il tema è tornato sotto i riflettori dopo che ieri è stata diffusa la notizia che, in attesa di una decisione sulla concessione, il nuovo ponte di Genova sarebbe stato affidato ad Aspi.
«Tutti sapevano che la gestione sarebbe andata ad Autostrade, – prosegue Renzi – era già previsto all’inizio del percorso. Ma ora basta con la politica dei rinvii. Non puoi dire “revoco”, lasciando aperta così a lungo la questione. In un senso o nell’altro le decisioni vanno assunte. Perché altrimenti rischiamo una doppia beffa: il ponte è ricostruito e il dossier resta aperto. E l’eventuale revoca si trasforma in un regalo per la proprietà».
Tardi per revocare la concessione
Nel merito della concessione, Renzi ha osservato come: «la convenzione firmata con Autostrade nel 2008 era eccessivamente vantaggiosa per il privato. Fu un errore del governo di centrodestra, un errore che paghiamo da 15 anni e che continueremo a pagare per i prossimi 15. Con questa convenzione oramai acquisita, come riusciamo a strappare migliori condizioni?».
«Occorre buon senso e competenza – conclude Renzi -. Anziché addentrarsi in una difficile trattativa sul valore di Aspi che porterebbe a un ulteriore contenzioso, penso che se si vuole un intervento sul capitale azionario, l’operazione più corretta sarebbe quella di costruire subito un’operazione di mercato su Atlantia».
Intanto ieri da Madrid, dove era in visita, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato l’intenzione del governo di chiudere il dossier non oltre la fine di questa settimana, definendo la situazione come «paradossale».
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