A Milano il popolo della famiglia scende in piazza per dire no alla legge contro l’omofobia – Le immagini
Appuntamento in diverse piazze d’Italia per dire no alla legge Zan. Dopo Bari, Vicenza, Napoli, Padova, Verona, Trieste, Parma e Genova (solo per citarne alcune), oggi è stata la volta di Milano. Centinaia, ma meno di cinquecento, le persone che si sono mobilitate per manifestare il proprio dissenso sulla legge contro l’omofobia che interviene sul codice penale e sulla legge Mancino, inserendo tra quelle punite le discriminazioni fondate «sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere».
«In molti si sono alzati in piedi per la difesa della fondamentale libertà di esprimere la verità del diritto naturale, di non essere incriminati per la propria opinione, di educare i figli secondo i princìpi incarnati dalla propria famiglia nel matrimonio, di professare la propria fede, di affrontare le questioni dell’identità personale in una dialettica garantita dalla democrazia, non con la spada di Damocle di procedure penali da regime totalitario» hanno detto a Milano, dove piazza San Carlo al Corso garantiva un indubbio effetto scenografico nonostante le presenze non foltissime.
Cosa chiedono
I detrattori della legge Zan temono derive «liberticide» e, dunque, la repressione della libertà di manifestazione del pensiero. Hanno paura, in altre parole, che la nuova norma possa istituire un vero e proprio reato d’opinione: «Sarà libero un fotografo o un pasticcere di non prestare la propria opera per festeggiare un’unione civile? Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica dell’utero in affitto è un abominio o dirsi contrari alle adozioni omo-genitoriali?», si chiedono.
#Restiamoliberi
Secondo il popolo della famiglia, una legge contro l’omofobia sarebbe anche superflua: «Nel nostro ordinamento non c’è alcun vuoto normativo che non consenta di reprimere e sanzionare atti discriminatori o violenti contro le persone di orientamento omosessuale». Insomma, secondo #Restiamoliberi la legge sarebbe «inutile, pericolosa e liberticida».
Gli ultimi casi di omofobia
Ad aderire alla protesta anche Pescara, città in cui un ragazzo di 25 anni è stato pestato dal branco solo perché stava passeggiando, mano nella mano, con il suo fidanzato. Senza dimenticare poi gli ultimi episodi di omofobia in tutta Italia: dal primario di Varese che se la prende con un paziente alla sardina aggredita perché omosessuale, dall’educatore offeso dal genitore di un bambino alla coppia di gay aggredita alle Cinque Terre. E stiamo citando solo i più recenti.
La manifestazione ha subito anche qualche contestazione da parte di gruppi pro Lgbtq+, anche se la polizia ha evitato che si avvicinassero troppo a quelli di #RestiamoLiberi.
Video e foto di Fabio Giuffrida per Open
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