L’eurodeputata Ceccardi (Lega) sposta sua figlia dal nido comunale. Era stata accusata di aver saltato la graduatoria
Tutta la vicenda ruota attorno all’asilo nido di Cascina, un comune italiano di 45mila abitanti in provincia di Pisa. È qui che abita Susanna Ceccardi, eurodeputata della Lega tornata alle cronache nei giorni scorsi per aver ribadito che Imagine di John Lennon è un brano di stampo marxista e per le offese sessite che le ha rivolto Eugenio Giani (Pd). Fino al 2019 Ceccardi era anche sindaca di questa cittadina. Ed è proprio per questo che quando la figlia dell’eurodeputata, ora candidata alle regionali per il Centro destra, è stata ammessa al nido comunale, un abitante di Cascina l’ha accusata con un post su Facebook di aver sfruttato la sua influenza per garantirsi un servizio che non le spettava. L’accusa ha cominciato a circolare, finché la stessa Ceccardi è intervenuta per spiegare il motivo per cui sua figlia è entrata nella graduatoria comunale: «Mia figlia ha 9 mesi, io sono all’estero quattro giorni a settimana ed è capitato che non la vedessi anche per 15 giorni di fila. Ho ricominciato a lavorare a tre settimane dal parto». «Andrea è un pendolare, lavora a Firenze e sta terminando congedi e ferie per potersi prendere cura della bimba. Ho fatto domanda per il nido l’Aquilone perché è l’unico asilo comunale a gestione diretta del comune, conosco la professionalità delle insegnanti e mi faceva piacere dare questa offerta formativa a mia figlia».
Nonostante la presa di posizione, Ceccardi ha scelto comunque di ritirare la figlia dal nido comunale, per evitare che le polemiche ricadessero sulla bambina: «Tenete fuori le polemiche politiche da una scelta privata che è solo della nostra famiglia. Evitate di usare una neonata per le vostre invettive politiche cariche d’odio. Prendetevela con me, che ho le spalle larghe». Il Pd di Cascina, che si prepara alla campagna elettorale per l’elezione del nuovo sindaco, ha pubblicato, sempre su Facebook, un post per condannare la condotta di Ceccardi: «L’unica mossa responsabile è stato il passo indietro. L’unico gesto rispettoso nei confronti dei cittadini che non possono godere dei suoi privilegi».
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