Beppe Grillo e la poesia in romanesco dedicata a Virginia Raggi: «Roma nun te merita». Lei ringrazia l’autore ma «”gente de fogna” va tolto»
Roma? Non la merita. Quando il gioco si fa duro, si sa, scende in campo lui, Beppe Grillo, lanciando segnali attraverso cui leggere e tessendo trame. Un sonetto (i ringraziamenti vanno a Franco Ferrari) dedicato alla sindaca di Roma Virginia Raggi, alla vigilia delle elezioni del 2021 per il nuovo sindaco o la nuova sindaca della Capitale. «Annamosene», andiamocene, suggerisce con un sonetto il comico e padre nobile del Movimento 5 Stelle che nei momenti decisivi non manca mai di farsi sentire. Andiamocene, perché Roma non ti merita.
Cosa farà allora Virginia Raggi? Qual è l’operazione, mai casuale, di queste parole, nell’attesa, tra l’altro, di testare i risultati delle regionali di settembre? Quale sarà il futuro della sindaca, tra ricandidatura o piuttosto altri lidi politici?
«L’onesti dovrebbero pijà e valige, e, annassene, abbandonà sta città bella e zoccola, si legge. Si vincheno li vecchi partiti, sète fottuti», si legge nei versi sul ‘Sacro Blog’. «Nun se farà più gnente, e, si se farà quarcosa sarà pé volere de la magistratura. Ma voi, godete a sputà in faccia a na sindaca pulita, e testarda, una che le cose le fa».
La sindaca: «Amo Roma e vado avanti». E all’autore: «”Gente de fogna” va tolto dalla poesia»
«Franco, grazie di cuore. Amo Roma con tutta me stessa: questo mi fa andare avanti insieme all’affetto di tutti voi. Gli ostacoli, i boicottaggi, gli incendi, i sabotaggi in questi anni non sono mancati – e c’è ancora chi rema contro il cambiamento – ma noi romani siamo più forti». Queste le parole con cui la sindaca di Roma ringrazia l’autore del componimento poetico Franco Ferrari dedicatole da Beppe Grillo sul suo blog. «Ps – aggiunge – Quel “gente de fogna” non mi piace. Lo so che ti riferisci a chi ruba o incendia ma, se puoi, toglilo».
Roma al voto nel 2021
La Capitale andrà al voto nel 2021, e – fuor di eufemismi – sulle candidature è il caos, caratteristica comune a tutti i partiti. Parte del Movimento 5 Stelle nazionale e romano non ne vuole sapere di ricandidare l’attuale sindaca, spesso al centro delle polemiche per quello che viene definito «immobilismo» su molti fronti nell’amministrazione della città: a cominciare da dossier basilari come quello sulle buche, immarcescibile incubo delle vite dei romani e delle romane, o quello della gestione dei rifiuti.
Sullo sfondo, quella che Marco Cacciatore, annunciando le sue dimissioni dal gruppo del M5s in Regione Lazio, definisce la «scissione nel M5s di Roma». E, infine, il tema dell’alleanza strategica col partner di governo, il Pd, che dovrebbe realizzarsi in qualcuna delle prossime amministrative anche se nessuna occasione sembra, appunto, quella buona.
Ma poi Virginia Raggi va a trovare in famiglia (a beneficio di Instagram) il pasionario Alessandro Di Battista, suo fan e sostenitore, o incontra l’ex capo politico Luigi Di Maio. E a metà maggio Vito Crimi ipotizza l’abbattimento del vincolo dei due mandati per lei e l’altra sindaca grillina, Chiara Appendino a Torino.
«Pensatece , c’avete undici mesi de tempo. O volete Roma, o sète morti, che Roma, quell’artri, se la magneno», si legge oggi. sul Sacro Blog di Beppe Grillo. «A Virgì», comincia il sonetto, «pijia na valigia, tu fijio, tu marito, famme un fischio, che se n’annamo via da sta gente de fogna. Chi te critica quà, chi te critica là…Se chiama Virginia, mica è la Madonna der Divino Amore! Quella, dice, che fà li miracoli».
I sondaggi
Da un sondaggio realizzato da Termometro Politico per Affaritaliani.it tra il 2 e 5 luglio 2020 emerge che il 66,8% dei romani è contrario alla candidatura al secondo mandato di Virginia Raggi. A dire sì è il 25,1%, l’8,1% non si esprime. Crede a un’alleanza per Roma (sulla scia del quadro nazionale) tra Pd e Movimento 5 Stelle per il primo turno solo il 6,8% del campione. La percentuale sale al 42,1% in vista del secondo turno, mentre il 41,3% ritiene che non ci sarà alcuna alleanza.
«Ve meritate Carraro, Signorello, Darida, Veltroni, Rutelli, Alemanno, Marino», si legge ancora sul blog di Grillo. «Da che sò vivo e capiente, solo Petroselli era ben visto da tutti, ma, er Signore se lo prese de corsa, forse voleva mette a posto er paradiso. Tutto er resto, monnezza su monnezza, de persone, o de opere, e li buffi c’hanno invaso la città».
Non che il Pd non abbia i suoi mal di pancia interni. Roma è una partita difficile, e per quanto siano stati pure – timidamente – spesi nomi di rilievo per la candidatura a sindaco o sindaca, la tentazione di non mettere la faccia sul dossier capitolino è forte. Grillo d’altro canto sembra flirtare un po’ più a nord con un altro sindaco: quello di Milano.
Mentre Beppe Sala strizza l’occhio al fondatore del Movimento 5 Stelle, il comico, da sempre sostenitore del governo giallorosso, potrebbe ottenere alla lunga l’effetto di guadagnare elettorato di centrosinistra sottraendolo a un Pd nel tempo indebolito e “annacquato”.
Per il futuro di Roma, comunque, non sembra andare meglio al centrodestra: «Io in testa qualcuno già ce l’ho come candidato e qualcuno l’ho già incontrato, però, per correttezza, visto che siamo una squadra e non decido da solo, non faccio nomi», diceva ancora un mese fa Matteo Salvini. Un mese dopo, quel nome non è ancora arrivato. Sia come sia, «non serve un’altra Raggi», tuonava il leader della Lega. Anche se «io tifo perché la Raggi si ricandidi e poi voglio vedere chi la vota…».
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