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Il #MeToo dei videogame: Ubisoft allontana altri tre dirigenti dopo le accuse di sessismo

12 Luglio 2020 - 19:44 Valerio Berra
Due uomini chiave erano già stati allontanati negli scorsi giorni dopo le testimonianze di alcuni dipendenti secondo i quali il clima di lavoro è ricco di sessismo, ai limiti della violenza

Rayman, Prince of Persia, Assassin’s Creed, Rainbow Six e Just Dance. Tutti giochi che hanno avuto, e in alcuni casi stanno avendo, parecchia fortuna nelle vendite. Tutti giochi prodotti da Ubisoft, il colosso videoludico francese che sta facendo i conti con uno scandalo di proporzioni tali da aver portato l’azienda ad allontanare tre dirigenti.

Negli ultimi giorni il quotidiano francese Libération ha cominciato a pubblicare le testimonianze di diversi dipendenti che denunciavano il clima in cui si lavorava nella sede dell’azienda a Montreuil, comune alle porte di Parigi. Un clima che, riportano i dipendenti sentiti dal quotidiano, era ricco di sessismo, ai limiti della violenza.

Il vicepresidente Tommy François e gli altri dirigenti allontanati

L’uomo indicato come principale responsabile di questa situazione è Tommy François, vicepresidente editoriale. Diverse testimonianze hanno condannato il suo atteggiamento verso le donne, vittime di molestie fisiche e verbali. Insieme a un altro dirigente, Maxime Béland, Tommy François era già stato allontanato dall’azienda lo scorso 26 giugno.

Nella notte tra sabato e domenica, Ubisoft ha comunicato che altri tre dirigenti hanno subìto la stessa procedura: Serge Hascoet, Cécile Cornet e l’uomo a capo della divisione canadese Yannis Mallat. Il ceo, e fondatore, Yves Guillemot ha commentato così tutta la vicenda: «Ubisoft non è stata in grado di garantire ai suoi collaboratori un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo, e questo non è accettabile».

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