Il Coronavirus e il rischio di danneggiare anche il midollo – Lo studio dell’ospedale Niguarda di Milano
Uno dei tanti fattori che hanno permesso al Coronavirus di rompere gli argini dei sistemi sanitari di tutto il mondo è il fatto che il virus ha ancora tanti aspetti poco conosciuti. E ancora ora, che ormai sono passati oltre sei mesi dalle sue prime apparizioni, ci sono ancora delle zone d’ombra. Il motivo per cui in certe aree del mondo è più letale, i collegamenti con la malattia di Kawasaki (poi smentiti dall’Iss) e ora anche il rapporto con una malattia che coinvolge il sistema nervoso centrale e midollo.
L’uomo arrivato in pronto soccorso con un dolore alle gambe
In uno studio condotto all’ospedale Niguarda di Milano è stata analizzata la relazione fra il Covid-19 e una mieloradicolopatia parainfettiva diagnosticata a un paziente di 59 anni. L’uomo non aveva alcun precedente collegabile a questa malattia. A marzo si era presentato in pronto soccorso dicendo di avvertire una debolezza agli arti inferiori e un dolore alla zona lombare.
A fornire qualche dettaglio in più è il cardiologo Enzo Grasso: «Il paziente era stato dimesso qualche settimana prima da un altro pronto soccorso lombardo con diagnosi di infezione delle vie urinarie. La Tac eseguita in quell’occasione documentava la presenza di lesioni compatibili con il virus SarsCoV2, ma il primo tampone nasofaringeo era risultato negativo».
Il secondo tampone è risultato invece positivo e i medici hanno cominciato a pensare alla sindrome di Guillain-Barré. Viene fatta una risonanza magnetica e diagnosticata una mieloradicolopatia parainfettiva associata a SarsCoV2. «I nostri neurologi – continua Grasso – lo hanno trattato con immunoglobuline in combinazione alla terapia antivirale – immunomodulante specifica per l’infezione da nuovo Coronavirus».
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