Zangrillo rilancia: «L’emergenza Coronavirus è finita». E dice no alla proroga dello stato di emergenza: «Crea panico e morte sociale»
Nonostante le critiche dei colleghi per le sue dichiarazioni definite, da alcuni, «eccessivamente ottimistiche», il primario dell’ospedale Raffaele di Milano Alberto Zangrillo non si pente e rilancia: «L’emergenza Coronavirus è finita. È un mese che in Lombardia non si muore più di Covid». Le parole sono affidate a un’intervista a Il Tempo in cui afferma che ora «la vera emergenza sanitaria è curare quei malati che sono stati trascurati proprio per gestire l’emergenza Covid».
Al giornalista, che gli fa notare come invece i dati della Protezione civile continuano a riportare i decessi anche in Lombardia, Zangrillo risponde che si tratta di un errore di comunicazione. Secondo il medico, infatti, lo sbaglio è registrare come «morto per Covid» qualsiasi vittima positiva al tampone. E fa l’esempio estremo di un incidente stradale: «Se il nonno di Pierino muore in seguito a un incidente stradale, ma in ospedale prima del decesso risulta positivo al tampone, viene registrato come una vittima del Covid, anche se è evidente che la causa del decesso è altra».
Zangrillo raccomanda di continuare con il distanziamento e la prudenza, ma è contrario alla proroga dello stato di emergenza dopo il 31 luglio. Secondo il professore, «crea panico e morte sociale». E risponde a chi l’ha criticato, definendolo «irresponsabile». «Se dire la verità, basandosi su evidenze cliniche, è da irresponsabili, allora sono irresponsabile – dice il medico. – Le mie dichiarazioni volevano essere solo un messaggio di ottimismo invece hanno scatenato polemiche e liberato i “leoni da tastiera”, ma coloro che vivono denigrando il lavoro altrui continueranno a sopravvivere nutrendosi dell’invidia», conclude Zangrillo.
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