Bufera per la Ferragni agli Uffizi, il direttore taglia corto: «Migliaia hanno visto per la prima volta le nostre opere. Contro di lei maschilismo e snobismo»
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, Eike Schmidt, è tornato sulla questione Chiara Ferragni dopo un giorno di polemiche. Secondo Schmidt, il vero problema non è la pubblicazione della foto di Ferragni sulla pagina Instagram del museo – e quindi la caccia all’influencer – ma lo «snobismo» di alcuni, specialmente in Italia. «Le stories di Chiara Ferragni sugli Uffizi hanno avuto 550 mila apprezzamenti in poche ore – spiega Schmidt in un’intervista a la Repubblica – per lo più da persone che per la prima volta stabilivano una relazione emozionale col nostro patrimonio. E sotto il nostro post, nell’arco di 24 ore, abbiamo avuto 2 mila critiche, ma anche 30 mila like: se fosse una partita di calcio, sarebbe finita con un 15 a 1». Lo stile di Schmidt e il legame che propone tra cultura, marketing e divulgazione («gli Uffizi non hanno bisogno di Chiara Ferragni, né Chiara Ferragni degli Uffizi. L’importante è creare un crossover») era già noto ai più attraverso il canale TikTok degli Uffizi – fra i primi musei ad averne uno. L’importante, dice, «è usare il linguaggio dei giovani, intercettare la loro ironia e il loro potenziale creativo». Il direttore ha anche criticato quello che secondo lui è il maschilismo celato dietro alle polemiche su Ferragni. Polemiche che non sono sorte con altre celebrità (ma non influencer) come Ben Harper e Russel Crowe che si sono fotografate davanti alle opere. «C’è stata anche tanta superficialità e, cosa che ritengo più grave, una valanga di commenti sessisti contro una donna che si è fatta da sola – ha detto- . Questa polemica ha dimostrato due cose: che il mondo della cultura è pieno di maschilismo, oltre che del “puzzalnasismo” di chi si sente un’élite esclusiva».
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