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Bufera per la Ferragni agli Uffizi, il direttore taglia corto: «Migliaia hanno visto per la prima volta le nostre opere. Contro di lei maschilismo e snobismo»

19 Luglio 2020 - 09:26 Redazione
«Questa polemica ha dimostrato due cose - ha detto Schmidt sulla foto di Ferragni davanti al Botticelli - che il mondo della cultura è pieno di maschilismo e di“puzzalnasismo”»

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, Eike Schmidt, è tornato sulla questione Chiara Ferragni dopo un giorno di polemiche. Secondo Schmidt, il vero problema non è la pubblicazione della foto di Ferragni sulla pagina Instagram del museo – e quindi la caccia all’influencer – ma lo «snobismo» di alcuni, specialmente in Italia. «Le stories di Chiara Ferragni sugli Uffizi hanno avuto 550 mila apprezzamenti in poche ore – spiega Schmidt in un’intervista a la Repubblica – per lo più da persone che per la prima volta stabilivano una relazione emozionale col nostro patrimonio. E sotto il nostro post, nell’arco di 24 ore, abbiamo avuto 2 mila critiche, ma anche 30 mila like: se fosse una partita di calcio, sarebbe finita con un 15 a 1». Lo stile di Schmidt e il legame che propone tra cultura, marketing e divulgazione («gli Uffizi non hanno bisogno di Chiara Ferragni, né Chiara Ferragni degli Uffizi. L’importante è creare un crossover») era già noto ai più attraverso il canale TikTok degli Uffizi – fra i primi musei ad averne uno. L’importante, dice, «è usare il linguaggio dei giovani, intercettare la loro ironia e il loro potenziale creativo». Il direttore ha anche criticato quello che secondo lui è il maschilismo celato dietro alle polemiche su Ferragni. Polemiche che non sono sorte con altre celebrità (ma non influencer) come Ben Harper e Russel Crowe che si sono fotografate davanti alle opere. «C’è stata anche tanta superficialità e, cosa che ritengo più grave, una valanga di commenti sessisti contro una donna che si è fatta da sola – ha detto- . Questa polemica ha dimostrato due cose: che il mondo della cultura è pieno di maschilismo, oltre che del “puzzalnasismo” di chi si sente un’élite esclusiva».

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Ieri ed oggi … I canoni estetici cambiano nel corso dei secoli. L’ideale femminile della donna con i capelli biondi e la pelle diafana è un tipico ideale in voga nel Rinascimento. Magistralmente espresso alla fine del ‘400 da #SandroBotticelli nella Nascita di #Venere attraverso il volto probabilmente identificato con quello della bellissima Simonetta Vespucci, sua contemporanea. Una nobildonna di origine genovese, amata da Giuliano de’Medici, fratello minore di Lorenzo il Magnifico e idolatrata da Sandro Botticelli, tanto da diventarne sua Musa ispiratrice. Ai giorni nostri l’italiana Chiara Ferragni, nata a Cremona, incarna un mito per milioni di followers -una sorta di divinità contemporanea nell’era dei social – Il mito di Chiara Ferragni, diviso fra feroci detrattori e impavidi sostenitori, è un fenomeno sociologico che raccoglie milioni di seguaci in tutto il mondo, fotografando un’istantanea del nostro tempo. 🌍ENG: Beauty standards change in the course of time. The female ideal of a blonde- haired woman with diaphanous skin is a very common beauty model in the Renaissance. Masterfully expressed by the Florentine Sandro Botticelli in The birth of Venus maybe portraying the face of one of his contemporary, Simonetta Vespucci. A beautiful noble woman, of Genoese origin, beloved by Giuliano de’ Medici, the younger brother of Lorenzo the Magnificent ; she was so worshiped by Sandro Botticelli that she became his muse. Nowadays, Chiara Ferragni, born in Cremona, embodies a role model for millions of followers – a sort of contemporary divinity in the era of social media – The myth and the story of Chiara Ferragni, argued by harsh critics and supported by faithful fans, is a real sociological phenomenon that involves millions of supporter worldwide and it can undoubtedly be considered a snap-shot of our time.

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