Con il lockdown sono diminuiti i reati, ma non i femminicidi – Lo studio
É andata esattamente come si temeva. Il lockdown, imposto per contenere la pandemia del Coronavirus, ha causato un aumento dei femminicidi, anche se di pochi casi. Da 56 a 59, secondo i dati del Servizio analisi criminale interforze, riportati da la Repubblica. Il 77% di questi delitti si sono verificati tra le mura di casa, le stesse mura in cui quelle donne sono state costrette a rinchiudersi durante le settimane della quarantena.
Durante il lockdown erano state diverse le iniziative messe in campo per evitare i casi di violenza domestica. Un esempio è stato la campagna per la Mascherina 1522, il codice che permetteva ai farmacisti di far partire il protocollo antiviolenza. Un altro caso è stato quello del Telefono Rosa, a cui molte donne si sono rivolte mentre facevano la spesa o buttavano la spazzatura.
Calano gli omicidi volontari
A preoccupare è il fatto che mentre tutti gli altri reati risultano essere in calo, i femminicidi no. Anzi. Sono aumentati da 56 a 59 mentre il dato sugli omicidi volontari nei primi sei mesi dell’anno è sceso dai 161 del 2019 ai 131 del 2020. In termini di percentuale quindi si parla di -19% per gli omicidi e +%5 per i femminicidi. Se nel 2019 le donne costituivano il 35% delle vittime sul totale degli omicidi, nel 2020 la quota è salita al 45%.
La violenza esplode soprattutto all’interno della famiglia. In aumento il dato relativo agli omicidi commessi da partner o ex partner (da 32 a 36). Crescono gli omicidi nel mese di giugno (quando il lockdown era già terminato): 31 casi contro i 29 di gennaio. 17, invece, i morti a febbraio, 16 a marzo, 18 ad aprile e 20 a maggio.
Anche i maltrattamenti contro familiari e conviventi, che erano diminuiti durante il lockdown, sono tornati ad aumentare a maggio, pur restando inferiori a quelli dello scorso anno. Stesso discorso per violenze sessuali, minacce, lesioni personali e percosse.
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