Ddl omofobia, spunta la “clausola salva idee”. Fronda in Forza Italia contro la legge
Procede ostacolato da una miriade di emendamenti l’iter del testo unificato sull’omofobia, il Ddl Zan (dal nome del suo relatore), il cui testo base ha ricevuto l’ok dalla Commissione giustizia della Camera una settimana fa. 1.017 gli emendamenti presentati, per i quali la presidente di Commissione Francesca Businarolo (M5s) ha chiesto oggi un contingentamento ai gruppi parlamentari, i quali dovranno segnalare cinque emendamenti per ciascuno dei nove articoli del Ddl. Inevitabili le proteste delle opposizioni, che puntano decise a un ostruzionismo che ritardi l’approdo in aula del provvedimento, previsto entro il 27 luglio.
Sostegno trasversale alla clausola
E tra le richieste di modifica spunta anche una “clausola salva idee”, che sarebbe contenuta negli emendamenti che quasi tutti i gruppi parlamentari hanno presentato. Il nodo resta sempre quello della libertà di espressione. Sebbene il testo base del relatore Alessandro Zan non sanzioni la “propaganda”, ma solo gli atti violenti o l’istigazione a commettere atti discriminatori o violenti, per escludere che nell’istigazione a comportamenti discriminatori possano rientrare affermazioni come l’opposizione al matrimonio gay, sono stati presentati degli emendamenti identici da parte di FdI, Lega, Fi, Iv e Pd. Le correzioni mirano a escludere dal reato «la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio e alla violenza». Questo emendamento, presentato dalla Lega, ha come primo firmatario il deputato Turri, e raccoglie un consenso piuttosto trasversale, con le firme di FdI (Ciro Maschio), Fi (Enrico Costa), Italia Viva (Marco Di Maio e Lello Vitiello), oltre che del Pd (Antonio Viscomi).
Poi c’è un secondo emendamento del Pd (a firme Palo Siani e Marina Berlinghieri), il quale definisce meglio il concetto di discriminazione, affermando che «costituiscono comportamenti espressione di discriminazione il rifiuto di fornire un bene o un servizio, ostacolare il normale esercizio di una attività economica, il rifiuto di assumere, sanzionare o licenziare una persona, subordinare la prestazione di un bene o di un servizio, l’offerta di un impiego, una domanda di tirocinio o un periodo di formazione a condizioni o motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi oppure fondati sul sesso, genere, orientamento sessuale o identità di genere».
Confusione dentro Forza Italia
Intanto sembra montare un po’ di confusione dentro Forza Italia. La settimana scorsa, sul voto al testo base, il partito si era astenuto «in segno di apertura», scatenando le proteste del fronte che si oppone all’approvazione della legge. Ma oggi i primi segnali contrari. Se il testo del Ddl sull’omofobia «rimarrà questo, non voteremo la legge. Siamo un partito di matrice liberale. Riteniamo giustissimo punire comportamenti violenti e antigiuridici. Ma è pericoloso punire penalmente chi afferma le proprie idee», ha affermato in un’intervista a la Repubblica il responsabile Giustizia di Forza Italia Enrico Costa. Nel pomeriggio invece è arrivata la conferma che i pareri, all’interno della compagine forzista, non sono unanimi. Sarebbe infatti emersa una fronda, composta da un piccolo gruppo di deputati, contrari al testo. Tra questi ci sarebbe il deputato Antonio Palmieri, che nelle precedenti legislature si è già occupato di temi affini. Cinque gli emendamenti presentati per sopprimere vari punti della legge, mentre i deputati della Commissione giustizia di Fi ne hanno presentati di migliorativi.
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