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Regionali, per Pd e M5s il rebus è ora la Puglia. E se fosse Rousseau a mettere tutti (quasi) d’accordo?

21 Luglio 2020 - 16:18 Marco Assab
Rousseau
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Chiuso il fronte Liguria, con la convergenza di democratici e cinque stelle sul nome di Ferruccio Sansa, si apre quello della Puglia

E se alla fine in Puglia fosse la piattaforma Rousseau a mettere tutti d’accordo? Il puzzle delle Regionali in casa centrosinistra manca ancora di alcuni tasselli, e anche importanti. L’accordo della settimana scorsa, dopo interminabile trattativa, tra M5s e Pd sul nome di Ferruccio Sansa in Liguria ha chiuso un fronte, ma se ne è subito ri-aperto un altro, dove si era finora combattuto a bassa intensità di fuoco. Ma le cose sembrano essere cambiate.

Equilibri locali ma anche nazionali

C’è molto di più, per il Movimento 5 Stelle, di semplici convergenze territoriali. C’è in ballo l’identità stessa del Movimento, diviso tra lo zoccolo duro degli attivisti sui territori, fedeli alla linea delle origini, e una parte dei vertici che vorrebbe proseguire il dialogo con il Partito democratico.

Si dice sempre che Regionali e Politiche siano due cose diverse, ma le Regionali da sempre sono un terreno di studio, un laboratorio, per sondare, sperimentare e anche testare gli equilibri nazionali. E che siano un fronte importante lo ha dimostrato anche l’intervento, un po’ a sorpresa, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che all’inizio di luglio ha richiamato le forze di maggioranza a uno sforzo unitario in chiave territoriale.

Sforzo del quale, per ora, non se ne vede nemmeno l’ombra, perché al di là della convergenza giallorossa in Liguria, per il resto, le forze che sostengono il governo andranno ovunque in ordine sparso.

La Puglia è il nuovo fronte

Il nuovo fronte aperto è la Puglia. Il pressing del presidente uscente Michele Emiliano e del Pd è forte. Il candidato dem, che è riuscito a farsi sostenere da ben 14 liste, è avanti di pochi punti sullo sfidante del centrodestra Raffaele Fitto e nei giorni scorsi non si è sottratto a una considerazione molto pragmatica: «Con loro – i 5Stelle – staremmo più tranquilli, è inutile nasconderselo».

Ma la candidata del Movimento Antonella Laricchia non è dello stesso avviso. Porta sprangata per Emiliano, dopo cinque anni di dura opposizione. E a chi, alcuni giorni fa a Barletta, le ha fatto notare che per il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia c’è tempo per un’alleanza con il M5s anche dopo le elezioni, Laricchia ha risposto lapidaria: «Aspetti e speri, serenamente».

Cosa succede a Roma

Negli scorsi giorni si è molto parlato di un incontro, che si sarebbe dovuto tenere ieri ma che non è stato confermato, tra il capo politico del M5s Vito Crimi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e la candidata Antonella Laricchia.

Ma l’ipotesi che la candidata possa fare un passo indietro è, al momento, da escludersi, visto anche il muro di scudi eretto in suo favore al Senato, dove ci sarebbero 12 senatori pugliesi pronti a far ballare i numeri se non verrà rispettata la volontà dei territori. E anche a Roma, in casa 5Stelle, in tanti hanno già espresso contrarietà a Emiliano, come i big Giuseppe Brescia a Barbara Lezzi.

Soluzione Rousseau?

Per chiudere anche questo fronte, e più in generale quello delle alleanze (c’è anche il fronte delle Marche aperto), l’ipotesi che sta prendendo corpo è quella di ricorrere al voto della base. Anche se per ora nulla è stato espresso ufficialmente, non è da escludersi che il dossier Puglia possa ritrovarsi tra i temi sul tavolo del Villaggio Rousseau, che Davide Casaleggio ha annunciato per questo weekend. All’evento parteciperanno ministri, parlamentari, attivisti. Ci saranno dieci aree diverse, 32 sessioni e 38 ore di attività. Chissà che non si trovi il tempo per discutere anche della Puglia.

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