Coronavirus, le “gang” di tour operator moldavi che aggirano il divieto di ingresso in Italia
Fino al 31 luglio, i cittadini provenienti o che transitano in Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldavia, Oman, Panama, Perù e Repubblica Dominicana non possono varcare i confini italiani. Almeno, così dice l’ordinanza, firmata lo scorso 9 luglio, dal ministro della Salute Roberto Speranza. In realtà il flusso di cittadini moldavi che arrivano in Italia non sembra essersi fermato.
I tour operator stanno continuando a organizzare viaggi in autobus, consapevoli della violazione che attuano varcando la frontiera italiana. Anzi: nei gruppi Facebook sui quali i moldavi si informano, queste agenzie, oltre a pubblicizzare i propri viaggi, rassicurano i possibili clienti sui controlli: «Oggi – 20 luglio, ndr -, gli autobus sono entrati in Italia e i passeggeri sono a posto», scrive una di loro sul gruppo Facebook Moldavi di Padova.
Tutto avviene alla luce del sole, senza paura di essere sottoposti a controlli da parte delle forze dell’ordine: i tour operator più sfacciati pubblicano il proprio numero di telefono al quale chiamare per prenotare un posto sul bus, altri invitano a controllare la chat di Messenger, dove contattano le persone interessate all’annuncio. Nistravel Bc scrive: «La corsa parte mercoledì, giovedì e venerdì per l’Italia – 22, 23 e 24 luglio, ndr. -, per maggiori dettagli contattaci allo il 079***830».
Agli utenti che fanno notare l’esistenza di un divieto e le sanzioni nelle quali si può incorrere, autisti e agenzie rispondono mostrando foto degli arrivi in Italia o assicurando che i controlli sono praticamente inesistenti. Alla domanda di un viaggiatore, «è sufficiente il passaporto biometrico per entrare in Italia?», tali Sandu e Mihai, proprietari di un’agenzia, rispondono con un secco «Da» – sì in moldavo -, e allegano il volantino con le destinazioni raggiunte ogni settimana in Italia. Tutt’oggi, nonostante il divieto del ministero della Salute.
Quando una certa Doinizza chiede, il 20 luglio, se «è necessario presentare il risultato di un test sierologico recente», le rispondono con un laconico «nessuno controlla niente». Poi, ancora più grave, l’allusione che fa un tour operator che copre la tratta, ogni venerdì, dalla Moldavia a Brescia: «Sì, puoi passare: devi cercare di… hai capito?». Ciò che intende, sentendo alcune fonti che hanno viaggiato con queste agenzie, è la corruzione della polizia di frontiera.
Gli annunci di viaggi pubblicati sui social sono tantissimi e altrettante sono le testimonianze di chi è riuscito a entrare in Italia senza intoppi. Tuttavia, tra chi prenota un posto su un bus e chi, invece, organizza il viaggio, c’è una differenza: molti viaggiatori appaiono davvero inconsapevoli del divieto imposto loro dal governo italiano.
I tour operator no, anzi: nel mese di luglio, il giro di affari per trasportare moldavi in Italia, per quanto si vede in rete, sembra fiorente. E nemmeno la pandemia sembra impensierire queste “gang” di tour operator che speculano sul fatto di essere gli unici vettori a raggiungere l’Italia. Nell’ombra.