Le acque italiane sono tornate cristalline. Le immagini di una delle (poche) cose buone del lockdown
I delfini che tornano a nuotare vicino ai porti, la cappa di inquinamento sopra le metropoli che si dirada e i parchi che si ribellano ai tagli geometrici dei giardinieri. Non sono molti gli aspetti positivi di aver messo in pausa il mondo per qualche mese ma se c’è una cosa che abbiamo imparato durante la fase più dura dell’epidemia di Coronavirus è che la natura è lì. È pronta a riprendersi i suoi spazi. E le analisi fatte in questi giorni nei mari italiani hanno dimostrato proprio questo.
La Capitaneria di Porto e il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente hanno avviato una serie di ricerche per verificare lo stato delle acque marine a largo delle coste italiane. Dalle ricerche si è visto come i nostri mari siano diventati molto più cristallini negli ultimi mesi. In alcuni tratti della riviera ligure di ponente la visibilità della colonna d’acqua è arrivata a 15 metri di profondità, mentre di solito si fermava a 10.
Come è stato condotto il monitoraggio
Secondo i dati forniti dal ministero dell’Ambiente il monitoraggio è stato condotto in 457 stazioni di prelievo, disposte in tutte le coste dello Stivale. La trasparenza delle acque non è dovuta solo allo stop delle attività produttive, anche le piogge poco frequenti hanno portato a una presenza inferiore rispetto al 2019 di materiali sospesi nelle acque.
Oltre al prelievo di campioni, il monitoraggio è stato fatto anche attraverso l’osservazione satellitare. Arpa Emilia-Romagna ha condotto diversi analisi sui materiali sospesi nelle acque delle foce del Po grazie al sistema Copernicus. Il satellite utilizzato nello specifico è stato il Sentinel – 3, lanciato in orbita dall’Esa.
Tra i risultati dello studio c’è anche il livello di rumore nelle acque. Dalle analisi fatte in Campania risulta infatti che la diminuzione del traffico di imbarcazioni ha reso i mari più silenziosi, tanto da modificare il comportamento di alcune specie marine.
Il ministro Costa: «Questi standard devono essere mantenuti»
Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa (ex generale dei Carabinieri Forestali scelto per il governo dal M5s) ha spiegato che questi risultati non devono essere un caso isolato per il post pandemia: «Lo scopo di questa indagine straordinaria era proprio quello di conoscere lo stato di salute dei nostri mari a ridosso del lockdown. Oggi questi dati ci fanno conferma di tutto questo. Il nostro impegno ora è fare sì che questi standard di qualità siano mantenuti nella costruzione di una nuova normalità green».
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