Coronavirus, l’epidemiologo Lopalco risponde alle critiche: «So quello che dico: i nuovi contagi non dipendono dai migranti»
Se per alcuni esponenti dell’opposizione la colpa dei nuovi contagi da Coronavirus è da attribuire, in parte, anche agli sbarchi che hanno ripreso nelle scorse settimane, gli esperti sembrano pensarla diversamente. Lo aveva già detto Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, lo ha ribadito l’epidemiologo Pierluigi Lopalco già ieri, 25 luglio, in un post su Facebook.
Ma oggi torna sulla questione per rispondere a chi – come il capogruppo regionale FdI, Ignazio Zullo – l’ha accusato di aver abbandonato la scienza per darsi alla politica, in riferimento alla sua candidatura alle regionali.
«Non mi piace la polemica. Ma mi sento in obbligo di rispondere a chi mi ha accusato», scrive Lopalco in un post dal titolo “Virus, barconi e politica” e condivide una serie di lavori scientifici su immigrazione e malattie infettive.
«Mi occupo di questo argomento dal 1997, ho lavorato nei centri di accoglienza dei migranti quando ero ancora specializzando. Diciamo che un po’ di studio ed esperienza sul tema credo di averlo», scrive. E conclude: «Quando parlo, non so se parlo da scienziato o da politico. Ma quando dico che se la circolazione di Coronavirus riparte non è certo per colpa dei barconi, so quello che sto dicendo».
Già ieri, 25 luglio, aveva dedicato un post all’argomento. «L’aumento della circolazione avviene sia per ripresa della attività virale autoctona pre-esistente, sia per importazione di casi da paesi ad elevata attività e conseguente circolazione autoctona. Perché i fattori che favoriscono la circolazione – da qualunque parte arrivi il virus – sono fattori locali», aveva spiegato l’epidemiologo.
«Capiamo bene che il caso importato, soprattutto se l’importazione avviene da parte di poveri extracomunitari, faccia notizia», aveva detto con una frecciatina alle opposizioni: «Capiamo anche che alcune forze politiche cavalchino questa tigre non avendo altri argomenti». Per poi concludere con ironia: «I virus sono individui esigenti: se proprio devono viaggiare, preferiscono farlo in aereo in prima classe piuttosto che sui barconi».
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