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Carabinieri di Piacenza, la compagna di Montella: «Estranea allo spaccio». Il comandante Orlando non risponde. La trans Sophia: «Anche lui ai festini in caserma»

Il maresciallo che dirigeva la caserma Levante si trova agli arresti domiciliari. Davanti al Gip si è avvalso della facoltà di non rispondere. Solo dichiarazioni spontanee invece da parte della compagna di Montella

Si è avvalso della facoltà di non rispondere il comandante della caserma Levante di Piacenza, Marco Orlando, sentito oggi dal Gip per l’interrogatorio di garanzia. Visibilmente provato, Orlando ha evitato di rispondere anche ai giornalisti, tranne che spiegare: «Potete immaginare come ci si senta. Dopo 30 anni di onorata carriera, secondo voi come si può stare? Non ho mai avuto una sanzione disciplinare in 30 anni, le mie note caratteristiche sono eccellenti, quindi sapete come posso stare». Ha rilasciato invece solo dichiarazioni spontanee Maria Luisa Cattaneo, la compagna dell’appuntato Giuseppe Montella, ai domiciliari perché considerata complice di alcuni reati assieme al suo compagno. Anche lei molto provata, ha spiegato il suo avvocato, non si è sottoposta all’interrogatorio di garanzia. Cattaneo si è comunque dichiarata «estranea a ogni attività di spaccio».

Le accuse al comandante

Il maresciallo Orlando è agli arresti domiciliari, con l’accusa di falso, perquisizione e arresto illegale e abuso d’ufficio. Tutti reati che secondo la procura ha commesso in concorso con gli altri carabinieri coinvolti nello scandalo di Piacenza. A tirarlo in ballo ancora ieri, 26 luglio, è stato l’appuntato Giuseppe Montella, che ha ribadito quanto il suo comandante fosse a conoscenza di quel che accadeva in caserma. E c’è poi la transessuale brasiliana Sophia, che ha confermato a la Repubblica di aver partecipato ai festini che si tenevano nella stessa caserma Levante: «C’ero io, Nikita e altre trans. È successo tre o quattro volte – dice in un’intervista a Repubblica – Ci venivano a pendere con le macchine dei carabinieri, quando entravamo coprivano le telecamere e ci tenevano fino all’alba a fare sesso. Ci pagavano con la droga». Ad aspettare le escort per quei quei festini, ricorda Sophia, c’era anche il maresciallo Orlando: «Poi c’era un carabiniere rossiccio di capelli. Ho visto altri carabinieri in divisa e altri in abiti civili, non so se erano carabinieri, ma se mi facessero vedere le fotografie sono sicura di poterli riconoscere».

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